In provincia 6.000 famiglie dicono addio al reddito di cittadinanza

In provincia 6.000 famiglie dicono addio al reddito di cittadinanza
di Emiliano Papillo
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Domenica 30 Luglio 2023, 09:10

Nel 2022 in Cociaria i nuclei familiari che hanno beneficiato del reddito di cittadinanza sono stati 12.304 contro i 9593 del 2021. Secondo le stime sindacali, con la nuova normativa rischiano di perdere il sussidio circa il 50% di coloro che ne hanno beneficiato finora. Vale a dire che da qui a qualche giorno circa 6.000 famiglie non avranno più il sostegno.

Anche se i sindacati tengono a precisare che «La stima è approssimativa in quanto potrebbe cambiare nel frattempo anche la composizione dei nuclei familiari».

LE ALTERNATIVE

I nuovi strumenti che sostituiranno il reddito di cittadinanza sono il "supporto per la formazione e il lavoro" e l' "assegno di inclusione" istituiti dal recente decreto lavoro 48 del 2023. La durata massima dell'erogazione del contributo economico del Reddito di cittadinanza dal 1 gennaio 2023 diventa di 7 mesi. Da martedì, quindi, il beneficio decade.
Fanno eccezione, cioè la durata massima resta di 18 mesi, solo per i nuclei familiari con minori, con persone disabili o con persone di età pari o superiore ai 60 anni. Lo stop non riguarda quindi la pensione di cittadinanza. A decorrere dal 1° gennaio 2023, i soggetti occupabili (dai 18 ai 59 anni), devono essere inseriti, per un periodo di sei mesi, in un corso di formazione e/o di riqualificazione professionale. In caso di mancata frequenza al programma assegnato il nucleo del beneficiario del reddito di cittadinanza decade dal diritto alla prestazione. Le regioni sono tenute a trasmettere all'Anpal gli elenchi dei soggetti che non rispettano l'obbligo di frequenza. Per i beneficiari compresi nella fascia di età dai 18 ai 29 anni che non hanno adempiuto all'obbligo scolastico, l'erogazione del reddito è subordinata all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello tutti i percettori residenti nel Comune debbono essere impiegati in progetti utili alla collettività (non più soltanto un terzo di essi). Nel caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente il maggior reddito da lavoro percepito, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi, non influisce sull'importo del reddito di cittadinanza. Il contributo economico cessa se il percettore non accetta la prima offerta di lavoro (è abolita la definizione di offerta di lavoro "congrua").

INCLUSIONE

La legge 197 2022 ha previsto nel 2024 l'abolizione del reddito di cittadinanza per tutti i beneficiari. Per le famiglie più in difficoltà - in cui vi siano componenti che non possono lavorare - il decreto lavoro 48 del 4 maggio 2023 mette in campo a partire dall'inizio del prossimo anno il nuovo "Assegno di inclusione" ( molto simile al reddito di cittadinanza) con la sostanziale differenza che riguarda solo i nuclei in cui siano presenti minori, disabili, over 60 con obblighi di formazione e lavoro per i componenti "occupabili" e contributo economico commisurato alle caratteristiche della famiglia . Nel contempo a partire dal 1 settembre - cioè tra poco più di un mese - sarà in vigore il nuovo strumento chiamato " Supporto per la formazione e il lavoro" indirizzato ai soggetti tra i 18 e i 59 anni che fanno parte di nuclei familiari diversi da quelli indicati e con Isee familiare non superiore a 6mila euro annui. Comprende un contributo fisso di 350 euro mensili per un massimo di 12 mesi. La partecipazione ad entrambe misure andrà richiesta in via telematica e prevede la firma della "Did" - dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro - e di un Patto per il lavoro. L'assegno di inclusione e il bonus per supporto formazione lavoro non saranno tra loro cumulabili.
Emiliano Papillo
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