Paolo Graldi
Paolo Graldi

Le ragioni della giustizia prese a colpi di mannaia

di Paolo Graldi
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Mercoledì 23 Dicembre 2020, 00:10

Un egiziano di 45 anni, M.T. le sue iniziali, s’aggira per Roma senza fissa dimora e, come si dice qui, ogni tanto dà di matto. Non di poco, moltissimo. A fine ottobre in via dei Colli Albani ha preso a sprangate 56 vetture, vetri di finestrini in frantumi, carrozzerie ammaccate. Scene impressionanti riprese dai cellulari di cittadini inferociti prima dell’arresto compiuto dai carabinieri. Un raid di pura follia col responsabile subito sotto processo. Condannato e rimesso in libertà. L’altro pomeriggio, stavolta armato di machete, lama di 50 centimetri, si è esibito seminando il panico in piazza Madonna de La Salette e, nella chiesa, si è gettato a suon di fendenti contro la statua di san Francesco, danneggiandola gravemente.

Arrestato dalla polizia è stato portato di nuovo davanti al giudice: condannato e rimesso in libertà.

Lo sottoporranno a un tampone mentre uno psichiatra avrebbe avuto materiale su cui ragionare, e ne chiederanno l’espulsione. Il che è, come dire: rieccomi. Ora, se quest’uomo ha problemi psichiatrici va preso in cura con trattamento obbligatorio, se è sano di mente va tenuto in custodia, in carcere a scontare le condanne subìte. Non deve piacere una giustizia sommaria e sbrigativa che risolve fatti gravissimi come pratiche da evadere in fretta. Si dice che all’egiziano abbiano imposto di stare lontano da Roma, in attesa dell’improbabile espulsione. Per ora l’unico che risulta per certo espulso è il buon senso. La ragionevolezza presa colpi di mannaia.

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