Pio d'Emilia
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La battaglia del Giappone contro la crisi demografica

La battaglia del Giappone contro la crisi demografica
di Pio d'Emilia
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Lunedì 23 Gennaio 2023, 23:40

«O adesso o mai più: se non interveniamo adesso, il nostro Paese potrebbe scomparire». Fiutato il pericolo di puntare sul riarmo nucleare, tema delicato sul quale il suo stesso partito rischia di non seguirlo, il premier giapponese Fumio Kishida ha deciso all’ultimo momento di inaugurare la nuova sessione del Parlamento affrontando il tema della crisi demografica. Assieme a Cina e Corea, il Giappone continua infatti a denunciare un saldo negativo tra nascite e decessi. Oltre 800 mila nascite in meno ne 2022 mentre l’età media della popolazione è di circa 49 anni, la più alta del mondo dopo quella del piccolo principato di Monaco.


«Adotteremo misure storiche per rilanciare la crescita demografica – ha promesso Kishida, senza peraltro entrare in troppi dettagli – dobbiamo convincere i nostri cittadini a fare di nuovo figli». Non è l’unica promessa che ha fatto. Oltre a quella, già più volte annunciata, di raddoppiare, entro i prossimi 5 anni le spese militari, adeguando anche il Giappone al target del 2% del Pil “suggerito” dagli Stati Uniti ai suoi alleati, Kishida ha parlato anche di aumento dei salari e di disarmo nucleare. 


Il prossimo G-7 si svolgerà infatti a Hiroshima, suo collegio elettorale, ed il premier ha intenzione di fare un appello a tutte le potenze nucleari di rinunciarvi una volta per sempre. Tutta fuffa, probabilmente, perché si tratta di promesse a lungo termine, mentre già si parla di elezioni anticipate, addirittura la prossima estate dopo la conclusione del G-7. E addirittura, finalmente anche in Giappone, di una premier donna.
Sarebbe la prima volta, e ce ne sono due da tempo ufficialmente in lista, l’attuale governatrice di Tokyo Yuriko Koike e la “sovranista” Sanae Takaichi, attualmente Ministro per le Comunicazioni e Affari Interni. Ma dietro le quinte si sta preparando Yuko Obuchi, figlia dell’ex premier Keizo Obuchi, morto d’infarto nel 2000 mentre era in carica. E’ già stata ministro, ai tempi di Junichiro Koizumi, ma è qualche anno che se ne sta in disparte. Pronta però ad emergere al momento giusto. Che potrebbe essere arrivato.


La popolarità di Kishida è infatti ai minimi: dimezzata, da quando è stato eletto, poco più di un anno fa.

Era del 70%, è scesa in questi giorni al 38%, secondo i sondaggi dei media locali. E la “fronda” è tutta interna al suo partito, anche perché l’opposizione in questo momento è praticamente inesistente. Sulla questione del riarmo, oltre alla scarsa popolarità di cui gode da sempre nell’opinione pubblica, contano molto le riserve e i dubbi sulla necessità di aumentare le tasse, in un momento in cui l’economia del Paese, di fatto in recessione, avrebbe invece bisogno di tagli e nuovi stimoli. 


Stesso discorso per l’aumento dei salari. Sono fermi da quasi vent’anni e continuano a perdere potere d’acquisto. Ma il 70% delle imprese interpellate in un recente sondaggio del quotidiano finanziario Nikkei ha già risposto picche all’appello del governo che suggerisce un aumento del 5%, subito fatto proprio dal sindacato Rengo, il più forte del Paese. Difficile dunque che l’attuale sessione della Dieta – nel corso della quale il governo vorrebbe far approvare una sessantina di leggi – porti ad un rafforzamento di Kishida e del suo governo. Succederà probabilmente il contrario: lunghi ed estenuanti dibattiti, question time e poi rinvio dell’approvazione formale delle leggi a dopo le elezioni. 


Ma una bella notizia c’è: dalla prossima primavera anche il Giappone rimuoverà ogni restrizione relativa alla pandemia, che, come in Cina, ha deciso di derubricare in semplice influenza stagionale. Restrizioni e regole – compreso l’uso della mascherina – che vale la pena ricordare non sono mai state rese obbligatorie ma semplicemente “suggerite”, “raccomandate”. Vedremo se nei prossimi mesi i giapponesi seguiranno con altrettanta abnegazione il nuovo “suggerimento” o se continueranno ad usare la mascherina, alla quale sembrano essersi oramai abituati e affezionati. 


Ancora oggi, nonostante il governo ne abbia da tempo suggerito di rimuoverle, la maggior parte dei giapponesi le usa anche all’esterno. Anche quando corrono o vanno in bicicletta. Ho visto con i miei occhi usarle anche per giocare a tennis.

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