Superbonus, ok al decreto, ma c'è una falla nel testo: chi rischia le multe e di dover restituire i soldi. Infissi al 75%, cosa potrebbe succedere in aprile

Mercoledì 31 Gennaio 2024, 17:33 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 13:47

La "falla nel testo": cosa significa e chi colpisce

Tornando alla "falla", lo “scudo” dagli accertamenti fiscali per chi non completerà i lavori avviati con il Superbonus non coprirà tutti i contribuenti. A poterne usufruire saranno soltanto coloro che hanno utilizzato lo sconto in fattura. Chi, invece, ha utilizzato il 110% attraverso il canale “ordinario” della detrazione dalle proprie imposte, sarà costretto a restituire i soldi ricevuti (più le sanzioni e gli interessi) nel caso in cui non terminasse i lavori di efficientamento energetico della propria abitazione e non riuscisse ad ottenere un miglioramento di almeno due classi.

La norma sullo scudo dagli accertamenti è l’unico assist concreto inserito nel provvedimento approvato alla fine dello scorso anno dal governo. La decisione era stata presa per evitare ai contribuenti onesti la beffa di trovarsi l’Agenzia delle Entrate a chiedere indietro le somme per i lavori già effettuati, oltre al danno di non aver potuto concludere i cantieri per lo stop definitivo alla maxi agevolazione fiscale deciso dal governo. Questa “copertura” ora resterà valida soltanto per chi ha utilizzato lo sconto in fattura per effettuare i lavori, mentre lascerà fuori, come detto, i contribuenti che hanno deciso di scaricare dalle proprie tasse anno per anno le quote del bonus 110%.

Superbonus, falla nel decreto: lo “scudo” dalle verifiche non copre tutti i contribuenti

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