Lo “scudo” dagli accertamenti fiscali per chi non completerà i lavori avviati con il Superbonus non coprirà tutti i contribuenti. A poterne usufruire saranno soltanto coloro che hanno utilizzato lo sconto in fattura. Chi, invece, ha utilizzato il 110 per cento attraverso il canale “ordinario” della detrazione dalle proprie imposte, sarà costretto a restituire i soldi ricevuti (più le sanzioni e gli interessi) nel caso in cui non terminasse i lavori di efficientamento energetico della propria abitazione e non riuscisse ad ottenere un miglioramento di almeno due classi. La novità è emersa tra le pieghe del decreto Superbonus che ieri ha proseguito il suo iter alla Camera. A rilevare la falla è stata la deputata del Pd ed ex sottosegretario all’Economia, Maria Cecilia Guerra, che ha chiesto conferma al governo che la sua interpretazione fosse effettivamente corretta. Conferma poi arrivata insieme alla promessa di un intervento nei prossimi mesi quando il quadro sull’andamento della spesa del bonus 110 per cento sarà più chiaro. La norma sullo scudo dagli accertamenti è l’unico assiste concreto inserito nel provvedimento approvato alla fine dello scorso anno dal governo. La decisione era stata presa per evitare ai contribuenti onesti la beffa di trovarsi l’Agenzia delle Entrate a chiedere indietro le somme per i lavori già effettuati, oltre al danno di non aver potuto concludere i cantieri per lo stop definitivo alla maxi agevolazione fiscale deciso dal governo.
La copertura
Questa “copertura” ora resterà valida soltanto per chi ha utilizzato lo sconto in fattura per effettuare i lavori, mentre lascerà fuori, come detto, i contribuenti che hanno deciso di scaricare dalle proprie tasse anno per anno le quote del bonus 110 per cento.
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Lo scontro
Il deputato di FdI Saverio Congedo ha chiesto in Aula alla Camera, durante il dibattito sul decreto che punta di fatto a mettere un punto definitivo alla misura, che si faccia un’indagine conoscitiva sul Superbonus 110 per cento. Ma l’esponente del Pd Ubaldo Pagano gli ha replicato che l’indagine è già stata fatta sia in Commissione Bilancio, sia in Commissione Ambiente per analizzare il vantaggio fiscale messo in campo dal governo Conte, non solo da un punto di vista economico, ma anche ambientale. «E ad ora - ha sottolineato Pagano - ancora stiamo attendendo la relazione» forse, ha chiesto il parlamentare, «perché il Governo non ha trovato nulla di negativo da eccepire?». Scontro, c’è da scommeterci, proseguirà nei prossimi giorni.