Pensioni, Quota 103: incentivo per chi posticipa l'uscita. Sconto contributivo in busta paga per chi continua a lavorare pur avendo i requisiti

Giovedì 29 Giugno 2023, 13:26 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 10:17

Le opzioni per la pensione anticipata o esonero

Il lavoratore che matura in requisiti per la pensione con Quota 103 ha dunque tre possibilità:

  • andare in pensione anticipatamente
  • restare al lavoro con uno premio in busta paga corrispondente allo sgravio contributivo a proprio carico (pari al 9,19% della retribuzione, per la maggior parte dei contratti)
  • restare al lavoro rinunciando allo sgravi.

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Pensione anticipata

Si ricorda che con l'anticipo pensionistico Quota 103 il soggetto percepisce una assegno massimo lordo pari a 5 volte il trattamento minimo (2.818,70 euro), che sarà applicato fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni fino al 31 dicembre 2024), anche se l’importo della pensione calcolata dovesse risultare superiore. Dai 67 anni si percepirà la pensione piena.

La prima finestra utile di uscita è fissata:

  • per i lavoratori del settore privato, al 1° aprile 2023
  • per i pubblici dipendenti il prossimo 1° agosto 2023

Sgravio contributivo

Come detto, il lavoratore con 62 anni e 41 anni di contributi versati che intende avvalersi dell'incentico al posticipo della pensione deve presentare un’istanza all’Inps, che verifica il perfezionamento dei requisiti per accedere dandone comunicazione entro 30 giorni al datore di lavoro, il quale a sua volta riconoscerà il beneficio in busta paga .

(Inps ha annunciato nel messaggio che sono in arrivo anche le istruzioni operative per i conguagli Uniemens)

Le somme saranno imponibili ai fini fiscali, ma non ai fini contributivi e dunque non contribuiranno al montante pensionistico. In sostanza chi continua a lavorare e sceglie di non versare i contributi a suo carico, avrà una pensione più bassa rispetto a quella che maturerebbe continuando a versare la contribuzione piena.

Il bonus contributivo viene meno:

  • al raggiungimento di una pensione diretta, fatta eccezione per l’assegno ordinario di invalidità
  • al conseguimento dell’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

La rinuncia al versamento dei contributi può essere esercitata una sola volta e ha effetto nei confronti di tutti i rapporti di lavoro, anche successivi ma è revocabile .

In caso di variazione del datore di lavoro, la scelta di avvalersi dell'incentivo viene automaticamente applicata e l'INPS ne da' comunicazione al nuovo datore di lavoro

Il decreto specifica che l'importo dei contributi non versati all'INPS e riconosciuti al lavoratore riguarda esclusivamente i contributi pensionistici, sono esclusi quindi ad esempio i contributi Tfs dei pubblici dipendenti e al FIS fondo di integrazione salariale per alcuni settori del privato.

Il decreto ministeriale precisa infine che per coloro che hanno i requisiti per gli esoneri contributivi della legge di bilancio 2022, pari al 3% per imponibili mensili fino 1.923 euro e al 2% per imponibili superiori e fino a 2.692 euro, e del decreto lavoro 48/2023 (ulteriore taglio del 4%) l’incentivo sarà calcolato al netto ma gli importi saranno comunque conteggiati per la pensione di vecchiaia.

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