"A causa delle azioni ostili del Tesoro degli Stati Uniti, al fine di adempiere agli obblighi di debito statale della Federazione Russa sui suddetti titoli e per proteggere gli interessi dei proprietari di questi titoli, il Ministero delle finanze russo è stato costretto a coinvolgere un istituto finanziario russo per effettuare i pagamenti necessari", si legge in una nota del ministero guidato da Anton Siluanov.
Secondo la ricostruzione di Mosca, il 4 aprile il Ministero delle finanze della Russia ha trasferito i fondi al NBCO National Settlement Depository per effettuare i pagamenti nella valuta della Federazione Russa al tasso di cambio ufficiale della Banca di Russia a partire dal 4 aprile stesso, in conformità con il decreto di Putin del 5 marzo (che autorizzava i pagamenti in rubli). Il ministero delle Finanze ha affermato che "ritiene di aver adempiuto in pieno ai suoi obblighi".
La Russia ha ammesso che potrebbe trovarsi in default sul piano teorico, dopo questa operazione, ma si tratterebbe di una situazione artificiosa. Non ci sono le basi per un vero e proprio default, secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha aggiunto che la Russia ha tutti i fondi necessari per adempiere ai propri obblighi, ma che continuerà a pagare il debito estero in rubli.
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