​Manovra, il Tesoro lavora a sterilizzazione Iva, cashback e super bonus Befana

Evasione fiscale, arriva il bonus della Befana
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Lunedì 30 Settembre 2019, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 00:26

Non fare aumentare l'Iva ma, anzi, cercare di abbassare l'imposta sui beni di prima necessità, dal latte alle bollette. Mentre chiude la nota di aggiornamento al Def, la cornice per la prossima manovra, il governo lavora alle soluzioni per abbassare le tasse e dare un segnale in particolare ai ceti medio-bassi. E spunta anche un nuovo 'bonus Befanà, per i virtuosi che pagano con carte e bancomat acquisti nelle aree più a rischio evasione. Finora si era immaginata la riduzione del carico fiscale attraverso il taglio del cuneo per i lavoratori. Una misura, osteggiata da Italia Viva, che il Pd e anche i 5S continuano a sostenere, e che potrebbe partire da giugno/luglio per dimezzare il finanziamento per il 2020 (5 miliardi a regime). Ma accanto all'intervento per rafforzare le buste paga si stanno studiando meccanismi per ridurre il peso dell'Iva: il premier, Giuseppe Conte, ha fatto gli esempi delle bollette (da passare dal 10% al 5%) ma anche del pane, del latte e della frutta, che potrebbero vedere scendere l'imposizione indiretta fino all'1%. Sul tavolo ci sono diversi schemi, alcuni che prevedono una rimodulazione delle aliquote, almeno di quella intermedia, e altri che invece si muovono dall'attuale sistema (aliquota ordinaria al 22% e le agevolate al 10% e al 4%). Per introdurre nuovi scaglioni agevolati servirebbe un preventivo confronto con Bruxelles (l'Iva è imposta comunitaria) mentre se si puntasse sul cashback sarebbe lo sconto ad abbassare l'aliquota che formalmente resterebbe invariata.

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Accanto o al posto del cashback (uno sconto tra il 2 e il 4% delle transazioni tracciabili) si sta valutando anche l'idea di un superbonus per premiare chi dà una man contro l'evasione, usando moneta elettronica nei settori più a rischio (si parla dei ristoranti, o dell'idraulico). Al momento si lavora attorno a un tetto massimo annuo di spesa di 2.500 euro cui applicare una detrazione al 19%. Al massimo, quindi, si avrebbe un bonus da 475 euro che nelle intenzioni sarebbe erogato entro la Befana. Anche se una scadenza così ravvicinata alla fine dell'anno sembra complessa da centrare. Per chi non ha conto corrente dovrebbe arrivare la card unica, pubblica e gratuita, che funzionerà da carta d'identità e tessera sanitaria, ma anche da borsellino elettronico su cui caricare bonus e sconti. Per scoraggiare l'uso dei contanti si lavora in parallelo alla riduzione delle commissioni e a un credito d'imposta per gli esercenti che dovranno dotarsi di Pos, sul modello dei benzinai.

Per evitare aumenti dell'Iva, se pure selettivi e compensati dai nuovi sconti per chi non paga cash, ancora va chiarito il capitolo risorse: ai partiti è stato chiesto di trovare coperture adeguate e il Movimento ha avanzato la proposta di un software anti-evasori. Nei conti M5S questo nuovo strumento potrebbe fruttare 5-7 miliardi utili non solo a non toccare l'Iva ma anche a finanziare il «taglio del cuneo fiscale», dice Luigi Di Maio, il superamento del «superticket» da 10 euro su specialistica e diagnostica applicato ancora in molte Regioni e «gli aiuti alle famiglie» (si dovrebbe partire con 500 milioni per rette e nuovi asili nido). Sul tavolo per le coperture c'è poi la spending review, con un 1 miliardo di risparmi dai ministeri, mentre non dovrebbero essere toccati né i Comuni né il Fondo sanitario nazionale, che aspetta 2 miliardi di aumento. La dote della manovra potrebbe contare su una «revisione selettiva delle agevolazioni fiscali», come spiega il viceministro all'Economia Antonio Misiani. Che dovrebbe riguardare in primis gli incentivi dannosi per l'ambiente, nel mirino vista la volontà di lanciare un 'green new deal', con un fondo per gli investimenti da 50 miliardi in 15 anni, utile anche a convincere la Ue a concedere quegli «importanti spazi di flessibilità» (10-12 miliardi almeno) necessari a chiudere la manovra. 
 

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