Intesa Sanpaolo, con la Caritas progetto per distribuire biancheria e scarpe nuove alle famiglie povere

Intesa Sanpaolo, con la Caritas progetto per distribuire biancheria e scarpe nuove alle famiglie povere
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Novembre 2019, 19:52 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 15:49
Recuperare la merce in eccedenza nei magazzini delle aziende di abbigliamento, fiore all'occhiello del Made in Italy, per darla ai poveri, attivando una rete che coinvolge donne senza lavoro e detenuti. Il progetto si chiama «Golden Links: i legami sono oro» e parte dall'iniziativa di Intesa Sanpaolo.

L'idea nasce dalla necessità di reperire biancheria e scarpe per le famiglie povere. Capi introvabili nelle raccolte tradizionali. Allora perché non rivolgersi alle aziende clienti della banca che producono calzature e indumenti per l'intimo facendo leva sulla social responsibility? Tutto è iniziato lo scorso anno. Piemonte e Veneto sono state le regioni pioniere. L'esperimento per gli organizzatori «è stato un successo». Tanto che quest'anno verranno distribuiti 72 mila capi, circa il doppio del 2018, dal Nord al Sud, passando per Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Veneto. Torino, Vincenza, Brindisi e Bari i centri di raccolta, dove indumenti e scarpe sono state confezionate in kit, circa 18 mila pacchi poi fatti arrivare alle famiglie tramite gli empori solidali della Caritas.

Ad aderire al progetto quattro aziende: Calzedonia, Camomilla Italia, Scarpe&Scarpe e Primadonna. La materia prima è arrivata direttamente dalle fabbriche. La novità sta proprio qui: si tratta di abbigliamento nuovo, non usato. Ma neanche calato dall'alto, perché nel packaging sono state coinvolte persone senza occupazione o in carcere. L'obiettivo quindi è far scattare un meccanismo virtuoso per aggredire povertà ed emarginazione. Una sorta di economia circolare applicata in campo sociale.

«Intesa ha fatto da pivot» attivando la Caritas e le imprese clienti che hanno deciso di «donare le eccedenze di produzione», spiega la responsabile valorizzazione del sociale e relazioni con l'università della banca, Elena Jacobs. «Da qui è partita una filiera» e ora «l'ambizione sia quella di rendere il progetto sempre più importante in termini numerici, anche per dare un reddito e un reinserimento alle persone che entrano in questa filiera».

Il direttore della Caritas Italiana, don Francesco Soddu, racconta come questa esperienza abbia «fatto toccare con  mano le opportunità nel gestire un indumento donato non solo per il bisogno che può coprire, ma in funzione delle risorse che può attivare, ad esempio in termini di inserimento lavorativo». 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA