La svolta era attesa. Tanto inevitabile quanto dolorosa per le tasche dei cittadini. Dopo 11 anni di tregua, la Bce inverte la rotta e avvia la stagione del rialzo dei tassi di interesse. A luglio l'indice salirà dello 0,25 per cento. E se la mossa non sarà sufficiente per raffreddare l'inflazione, che punta ormai dritta verso il 7 per cento, Francoforte procederà con una nuova stretta monetaria a settembre. Si vedrà. Intanto l'aumento dei tassi di un quarto di punto avrà un effetto immediato sul costo dei mutui e dei prestiti, riducendo anche la remunerazione sui titoli di Stato. Insomma, una stangatina niente male, soprattutto per chi, comprando un immobile, ha concordato un tasso variabile con la propria banca.
Stretta Bce sui tassi. Si rafforza l'asse Roma-Parigi
L'inversione di tendenza
La scelta della Bce, come detto, era nell'aria.
Le stime
Quanto all'inflazione, le proiezioni indicano un incremento del 6,8% quest'anno contro il 5,1% atteso a marzo. Sale al 3,5% la stima per il 2023, contro il 2,1% precedentemente previsto. Il dato per il 2024 aumenta al 2,1% dall'1,9%. L'inflazione al netto dell'energia e dei beni alimentari è prevista in media al 3,3% nel 2022, al 2,8% nel 2023 e al 2,3% nel 2024, anch'essa al di sopra delle proiezioni di marzo. «Abbiamo strumenti esistenti, come i reinvestimenti in ambito Pepp: si tratta di 1.700 miliardi che potrebbero essere reinvestiti con la massima flessibilita' se serve - ha detto ancora Lagarde - e se sarà necessario utilizzeremo gli strumenti esistenti o nuovi strumenti che saranno resi disponibili. Tuttavia non c'e' alcuno specifico livello dei tassi delle obbligazioni o dei prestiti, o degli spread sui bond che attivera' questo o quell'intervento». Il Consiglio direttivo ha deciso di porre fine agli acquisti netti di attività nell'ambito del programma di acquisto di attivita' (APP) a partire dal 1 luglio 2022. Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire integralmente i pagamenti in linea capitale dei titoli in scadenza acquistati nell'ambito dell'App per un periodo di tempo prolungato oltre la data in cui iniziera' ad aumentare i tassi di interesse di riferimento e, in ogni caso, per tutto il tempo necessario a raffreddare l'inflazione.
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