Obbligati a crescere, Patuanelli: «Credito d’imposta fino
​al 50% per acquistare i “beni 4.0”»

Obbligati a crescere, Patuanelli: «Credito d’imposta fino al 50% per acquistare i “beni 4.0”»
di Andrea Bassi
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Venerdì 4 Dicembre 2020, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 14:40

Il calumet della pace tra governo e Confindustria prova ad accenderlo Stefano Patuanelli. Una “Pace 4.0”, costruita sulle misure di incentivo agli investimenti innovativi, il piano Transizione, chieste a gran voce dal mondo imprenditoriale e recepite nella legge di Bilancio. Patuanelli, durante il webinair «Obbligati a crescere» organizzato ieri dai quotidiani del gruppo Caltagirone Editore per il lancio del mensile MoltoEconomia, ha persino chiesto “sostegno” al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, proponendogli un roadshow congiunto, un giro dell’Italia fatto insieme, per far conoscere anche alle imprese più piccole gli incentivi messi in campo dal governo per agganciare la ripresa. «Dobbiamo andare dalle imprese a raccontare le possibilità di Transizione 4.0 su come investire», ha detto Patuanelli.

«Ci sono», ha aggiunto, «23,8 miliardi da utilizzare.

Dobbiamo far conoscere questo strumento anche al più piccolo imprenditore. Chiedo l’aiuto a Bonomi», ha detto ancora Patuanelli, «su questo per andare da tutti gli imprenditori a raccontare cosa possono fare. Da gennaio in poi lo faremo, compatibilmente con la situazione sanitaria e le restrizioni agli spostamenti». Confindustria ha riconosciuto a Patuanelli «sensibilità» alle istanze degli imprenditori su Transizione 4.0. Ma ieri Bonomi, ancora una volta, si è detto rammaricato. «Avevo proposto un patto per l’Italia», ha spiegato, «ma sono rimasto solo io». Il cruccio del leader degli industriali rimane il ritardo dell’elaborazione del Recovery Plan. Insomma, a poco sono servite le rassicurazioni date dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante il webinair. 

Patuanelli dal canto suo ha voluto ribadire la portata delle norme inserite in manovra per accelerare gli investimenti. Ha ricordato che il piano Transizione 4.0 prevede delle aliquote di detrazione fino al 50% per tutti “beni 4.0” materiali e immateriali. Ed in effetti il pacchetto inserito in manovra è sostanzioso. Innanzitutto viene portato dal 6% al 10% il credito d’imposta per l’acquisto di beni materiali “non 4.0” per le Piccole e medie imprese, dando la possibilità di scontare il credito in un solo anno.

Patuanelli ha sottolineato come le imprese possano usare questo 10% di tax credit anche immediatamente, nell’anno dell’investimento, trasformandolo in pratica in uno sconto immediato del 10% sull’acquisto dei beni materiali. Ma il grosso del pacchetto, e degli incentivi, ovviamente riguarda gli investimenti innovativi. L’acquisto di beni materiali 4.0 viene incentivato con un credito d’imposta del 50% nel 2021, se la somma spesa è inferiore a 2,5 milioni di euro (nel 2022 lo sconto scende al 40%). Se l’investimento si colloca tra 2,5 e 10 milioni di euro, il credito d’imposta sarà del 30% per il prossimo anno e del 20% per quello successivo. Per l’acquisto di beni innovativi il cui valore oscilla tra i 10 e i 20 milioni di euro, il tax credit è del 10%. 

Anche per i beni immateriali è stato previsto dalla manovra di bilancio un aumento dei massimali del credito d’imposta. In questo caso lo “sconto” è del 20% per gli investimenti fino a 1 milione di euro. Le imprese potranno ottenere il beneficio fiscale anche a fronte di investimenti destinati all’implementazione dello smart working per i propri dipendenti, con un credito d’imposta del 15%. Sulla possibilità che i crediti d’imposta vengano resi cedibili dalle imprese, Patuanelli non ha chiuso la porta, ma ha rimandato la palla al Parlamento. Una questione, insomma, che potrebbe essere discussa in sede di emendamenti alla manovra. 

Il ministro ha anche parlato del superbonus 110%, ricordando che si tratta, insieme a Transizione 4.0, della principale misura di rilancio presentata dal governo che, tra l’altro, va ad incidere su un settore come l’edilizia che da 12 anni è in crisi e cerca di rialzarsi. Il punto sul quale il governo fino ad oggi non è riuscito a trovare una quadra, è il finanziamento della misura per poterla allungare almeno fino al 2023. In molti guardano all’uso dei fondi del Recovery Plan; ma non c’è solo il Recovery, ha spiegato Patuanelli, «esistono anche le risorse proprie della legge di bilancio e le programmazioni Ue diverse». Tutti gli strumenti, ha aggiunto il ministro, «devono essere messi in campo per rafforzare la resilienza dei settori produttivi». Sul prolungamento delle misure Patuanelli è stato chiaro. «La certezza», ha detto, «è uno degli strumenti da dare agli imprenditori per investire. Entrambe le misure - ha aggiunto - hanno la necessità di uno sviluppo temporale certo».
 

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