Una volta era questione di Paperoni.
Oggi il “private banking” si rivolge a una platea di clienti più larga, con una soglia di patrimonio da gestire dai 500mila euro in su. In totale si tratta di un mercato che in Italia vale 1.076 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati forniti da Aipb (l’associazione italiana del private banking), con una crescita dell’8,2% sullo scorso anno.
UN SERVIZIO SU MISURA
La caratteristica è la personalizzazione del servizio di consulenza finanziaria. Inflazione e volontà di preservare il valore del patrimonio nel tempo hanno influenzato la ricomposizione del portafoglio nel corso del 2023. Le preferenze delle famiglie “private” si sono infatti orientate nel primo semestre verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi. Titoli di Stato e obbligazioni sono così cresciuti del 33% sul valore totale degli asset gestiti dal settore. Il contributo delle azioni, invece, è stato marginale. I fondi di investimento e le gestioni patrimoniali hanno registrato una crescita positiva, ma significativamente inferiore, pari al 4,3% delle masse gestite, mentre il comparto assicurativo ha subito un calo dell’1,7%. «Nel 2023 – ricorda Andrea Ragaini, presidente Aipb – si sono interrotte tendenze di lungo periodo: la liquidità è calata dopo 10 anni di crescita ininterrotta, e il comparto del risparmio amministrato, dopo 15 anni di flessione, ha subito un deciso rimbalzo.
ANCORA IMMOBILI
Il 53% della ricchezza delle famiglie italiane (pari a 10.900 miliardi di euro) è detenuta in immobili. Tale patrimonio però è datato (l’86% sono stati costruiti prima del 1990) e si colloca in territori fragili (il 94% dei Comuni si trova in una zona a rischio). Inoltre, le famiglie Private hanno un patrimonio immobiliare ampio e articolato e quindi sono più esposte della media (due terzi ha una seconda o una terza casa e un quinto è proprietario dell’immobile aziendale). A ciò si aggiunge che negli anni il rischio di calamità naturali è aumentato considerevolmente. Nonostante questo, gli italiani rimangono sotto-assicurati: il confronto internazionale, infatti, registra un premio medio in Italia pari a 300 euro (escluso RC Auto), mentre in altri Paesi europei si registrano valori molto più alti. Le famiglie Private, inoltre, svolgono professioni più esposte ai “rischi”, poiché il 23% è rappresentato da imprenditori, il 18% da liberi professionisti e il 17% da autonomi, professioni che hanno maggiore bisogno di essere assicurati.