Bce e Banca centrale inglese pronte a sostenere i mercati

Bce e Banca centrale inglese pronte a sostenere i mercati
di David Carretta
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Mercoledì 15 Giugno 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 08:45
BRUXELLES Un accordo tra Banca Centrale Europea e Banca d’Inghilterra la mattina del 24 giugno, una riunione d’emergenza dei ministri delle Finanze della zona euro la stessa sera, seguita da un possibile Vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea il giorno seguente, ma senza il premier britannico David Cameron: messi di fronte alla prospettiva di una Brexit, i leader europei si preparano a una risposta comune per limitare i danni dopo il referendum del 23 giugno. L’atmosfera è di «panico», ma c’è la volontà di «inviare un messaggio rassicurante», spiega una fonte europea: «L’Europa va avanti, il progetto europeo non è in discussione, la zona euro sarà rafforzata».

IL NODO LIQUIDITÀ
Se ufficialmente nessuno parla di «piano B», la macchina per salvare l’Ue dalle ripercussioni politiche e economiche della Brexit si sta mettendo in moto. La prima urgenza sarà l’economia. Mardo Draghi e Mark Carney si incontreranno a Francoforte nel giorno del referendum. Prima dell’apertura dei mercati il 24 giugno, la Bce e la Banca d’Inghilterra dovrebbero annunciare «un accordo» per sostenere i mercati e evitare un «prosciugamento della liquidità», rivela un’altra fonte. La Fed e altre banche centrali saranno coinvolte in una conference call. Ai ministri delle Finanze della zona euro è stato chiesto di tenersi pronti per un Eurogruppo straordinario venerdì sera, nel caso in cui gli interventi dei banchieri centrali non siano sufficienti. Sul piano politico, durante la giornata sono previste riunioni della Commissione e dell’Europarlamento.

Ma il compito più difficile spetterà ai capi di Stato e di governo, che potrebbero vedersi in un Vertice straordinario sabato 25 giugno, alla vigilia di elezioni politiche in Spagna altamente incerte. «Il timore è quello di una palla di neve», dice un diplomatico: il successo di Podemos nel voto spagnolo e il rafforzamento dei partiti anti-sistema e anti-europei in vista delle elezioni del 2017 in Olanda, Francia e Germania. Come gesto simbolico, Cameron potrebbe non essere invitato al Vertice post-Brexit. Per punire i britannici e scoraggiare un effetto domino con altri paesi tentati da un’uscita dall’Ue, il Vertice dovrebbe ribadire che non ci sarà accesso al mercato interno senza libera circolazione delle persone. Tuttavia, i leader sono divisi sulla sostanza delle iniziative da prendere, in particolare per rafforzare la zona euro. 

A Londra Cameron ha previsto una riunione d’emergenza del governo. Il premier vuole notificare immediatamente ai partner la richiesta di recesso in base all’articolo 50 del trattato di Lisbona e mettere in piedi una squadra guidata da un apposito ministro per affrontare tutti gli aspetti della Brexit: avviare le pratiche di divorzio dall’Ue; decidere le posizioni da assumere nei 2 anni durante i quali il Regno Unito rimarrà membro (dalle direttive alla politica estera); preparare la legislazione interna per sostituire migliaia di pagine di leggi europee (dall’agricoltura alla finanza); avviare i negoziati commerciali con Usa, Cina, India e Corea del Sud per sostituire gli accordi conclusi dalla Commissione.
 
Ma Cameron rischia di scontrarsi con problemi legali e politici. Per la richiesta di recesso dall’Ue potrebbe essere necessario un voto della Camera dei Comuni. Inoltre, dopo un voto per la Brexit, la pressione sarà enorme sul primo ministro affinché si dimetta. Non c’è solo la sfida di Boris Johnson: alcuni partner europei hanno iniziato a spingere il premier britannico verso la porta d’uscita dal numero 10 di Downing Street. «Cameron ha usato l’Europa per risolvere problemi politici interni in modo irresponsabile», ha accusato ieri la ministra svedese Ann Linde. 
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