Samanta Demontis: «Costretta a rinunciare alla carriera di ballerina per la sclerosi multipla, ora gareggio in bici»

Samanta Demontis: «Costretta a rinunciare alla carriera di ballerina per la sclerosi multipla, ora gareggio in bici»
di Simona Verrazzo
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Sabato 2 Settembre 2023, 00:04

Il sogno realizzato di danzare al Teatro alla Scala di Milano, poi la malattia che stravolge la vita e obbliga a risollevarsi e a rivedere gli obiettivi, infine l’incontro che dà un nuovo slancio e la consapevolezza di poter aiutare non soltanto sé stessi ma anche gli altri. Classe 1980, pugliese di Francavilla Fontana (Brindisi), Samanta Demontis è esempio di resilienza, della forza di volontà, della capacità di affrontare con il sorriso le difficoltà traendone il meglio. Dalla danza al ciclismo, dalla Puglia a Milano, sono tanti i progetti portati avanti con inossidabile voglia di vivere. 

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Samanta, quando è arrivato il cambiamento? 
«Nella mia vita i momenti determinanti sono stati due: il primo per la scoperta della malattia, il secondo per l’incontro con Alex Zanardi». 

Iniziamo dal primo, dalla malattia. 
«Io nasco come ballerina di danza classica: anni di dedizione, studio, disciplina fisica e psichica fino ad arrivare al Teatro alla Scala di Milano. Ma a 19 anni mi viene diagnosticata la sclerosi multipla e tutto cambia, la mia carriera si interrompe». 

Da quel momento cosa succede? 
«Non è stato facile rialzarsi, per la giovane età, devo ammettere che ci ho messo un po’ per risollevarmi, anche se alla fine ci sono riuscita, decidendo di dedicarmi all’insegnamento, tanto da aprire nel 2017 l’accademia di danza classica Muse a Milano. Ricordo che avevo reagito a questo durissimo colpo della vita, ma era come se fossi dentro a una bolla, mancava qualcosa, nonostante la presenza di una forte rete di affetti familiari, a cominciare da mio marito (l’imprenditore e cavaliere Sergio Filograna, ndr). Poi, tutto è cambiato cinque anni fa». 

Cosa è successo nel 2018? 
«Ho partecipato a un incontro di Obiettivo 3, la società sportiva fondata da Zanardi per supportare gli atleti paralimpici, in cui Alex non soltanto raccontava la propria esperienza e la sua nuova vita dopo l’incidente del 2001 in cui perse le gambe, ma soprattutto spiegava quello che possiamo fare noi per gli altri. In quel momento ho capito, grazie a lui e al suo progetto, quanto la mia esperienza possa essere di esempio per le persone disabili. Prima avevo adattato la mia vita, dopo quell’incontro ho iniziato a ritrovare la mia vita». 

Ed è così che dalla danza è passata al ciclismo. 
«Alex mi ha proposto di entrare in Obiettivo 3 e io così ho scoperto le due ruote, uno sport diversissimo dalla danza, che da allora pratico con passione». 

Di cosa si occupa Obiettivo 3? 
«La promozione dell’attività sportiva a persone con disabilità. Siamo divisi per categorie, io sono una “sclerobiker”, cioè una paraciclista affetta da sclerosi multipla. La nostra associazione svolge incontri in ospedali e strutture sanitarie, luoghi che ci permettono di entrare in contatto con persone disabili. Ci presentiamo e proponiamo il nostro sport». 

La sua prossima sfida con Obiettivo 3? 
«Il 23 settembre parteciperò alla grande staffetta Obiettivo Tricolore nella tappa valdostana Verrès – Prè-Saint-Didier, non lontano da Courmayeur e dal Monte Bianco». 

Che rapporto si è instaurato con gli altri atleti? 
«Non esagero se dico che Obiettivo 3 è come una famiglia per me. Mi piace pensare a noi come a degli “zanardini” che, nonostante adesso Alex non possa partecipare di persona a causa dell’incidente del 2020, portiamo avanti il suo messaggio di speranza. E quest’anno sono riuscita a coinvolgere due amici di Obiettivo 3 nel mio progetto il Giro dei Venti». 

L’iniziativa la vede impegnata come direttrice artistica. In cosa consiste? 
«Il Giro dei Venti è un progetto, con mio marito che ne è fondatore, che unisce sport e turismo, con team sportivi impegnati nel ciclismo e nella vela, attraverso una serie di tappe dalla Puglia fino a Corfù, in Grecia. E quest’anno gli sclerobikers Fabio Serraiocco e Enrico Fabianelli sono arrivati secondi, dando filo da torcere ai colleghi normodotati». 

E con il Giro dei Venti si torna alla passione della danza.
«Sì, ogni settore ha il proprio referente: Roberto Ferrarese per la vela, Riccardo Magrini per il ciclismo, mentre io, come direttrice artistica, ho organizzato con l’accademia Muse uno spettacolo di musiche e danze a Spongano, in provincia di Lecce». 

Non soltanto atleta, ma anche professionista del wellness con un innovativo progetto. 
«Si chiama Workness ed è un concept moderno, dove il benessere fisico e mentale vanno di pari passo. Al fianco di Work & Progress, agenzia di consulenza e accompagnamento aziendale/lavorativo, c’è Muse con la mia accademia e il centro medical wellness. E poi c’è lo svago con il bistrot Bistruccio, l’arte della Other Size Gallery e le luxury rooms 10 Keys». 

Una vita ricca di sfide sportive e lavorative. 
«Sì, il mio augurio è che la molla scattata a me con Obiettivo 3 possa farla scattare ad altre persone con disabilità attraverso il mio esempio di vita». 
 

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