Largo a progettiste e magazziniere Il settore della logistica apre alle donne

Largo a progettiste e magazziniere Il settore della logistica apre alle donne
di Franca Giansoldati
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Sabato 16 Marzo 2024, 10:29

Largo alle camioniste, alle magazziniere e alle responsabili della progettazione dei complicatissimi software da applicare alla movimentazione delle merci. Il settore della logistica, finora uno dei più resistenti ad aprirsi culturalmente a figure femminili, da qualche anno in qua, ha avviato una rivoluzione silenziosa, tanto emblematica quanto importante, sbriciolando progressivamente tanti stereotipi legati al genere.

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L'AUSPICIO

«Serve senza dubbio un cambiamento culturale a favore delle donne ma anche a vantaggio delle aziende di logistica. Già oggi in Italia, lo dicono i dati nazionali, si contano 14 mila driver alla guida di mezzi anche pesanti» spiega Federico Pozzi Chiesa a capo della Italmondo SpA, da oltre 65 anni tra i leader del settore dei servizi logistici italiani ed internazionali. Al suo interno le donne superano il 40 per cento della forza lavoro nei vari comparti aziendali: dall'amministrazione, alla progettazione, dalla movimentazione, alla pianificazione. Al di la dei singoli casi virtuosi, le indagini testimoniano il cammino in corso e il superamento dei tradizionali ostacoli. Un tempo si pensava che le donne non fossero adatte ai lavori manuali e pesanti, oppure poco disponibili a lavorare su turni o a viaggiare alla guida di mezzi. Naturalmente tanti cliché erano legati anche al fatto che sulle donne gravava l'esclusiva della responsabilità della cura dei figli e della casa. Con l'avvio in Europa di politiche orientate ad abbattere i gap di genere anche i comparti più maschili si stanno trasformando. «Oggi è facile incontrare figure di riferimento femminili che fanno planning per i trasporti, hanno in mano la progettazione, la parte legata all'approfondimento dei software che vengono studiati ad hoc, inoltre svolgono il cosiddetto ruolo di academy, il che significa che non sono più solo gli uomini a consolidare lo sviluppo del capitale umano, a mantenere il patrimonio di conoscenze aziendali o a tramandare le diverse professionalità, potenziando gli ambiti relazionali e comportamentali» sottolinea Federico Pozzi Chiesa.

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RUOLI

Non si tratta solo di un maquillage di facciata ma qualcosa che incide nell'organizzazione profonda del lavoro. Naturalmente in una impresa che fa logistica i ruoli femminili più ambiti non si indirizzano immediatamente alla movimentazione del magazzino o al trasporto poiché il discorso si sposta inevitabilmente al fattore legato alla fisicità, alla forza maschile tuttavia nell'immediato futuro, con l'introduzione progressiva della robotica e dell'intelligenza artificiale, anche questa barriera verrà a cadere. Per esempio utilizzando gli esoscheletri, attrezzature che si adattano al corpo umano e permettono di sopportare grandi pesi. Potranno certamente abbattere altre barriere considerando i lavori faticosi e ripetivi che comportano difficoltà di tipo fisico per caricare e scaricare merci dai mezzi.

LA QUOTA

«A me pare evidente che per continuare a crescere e restare competitive le imprese debbano superare i pregiudizi da sempre legati a "donne e motori" e aumentare la quota di personale femminile». Lesperienza maturata dimostra che non è affatto una questione legata al politicamente corretto: l'aumento della diversità è un fattore fondamentale per favorire l'innovazione, aumentare la reputazione e la capacita di attirare nuovi talenti, in un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo.

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