Women's Forum, dagli investimenti in studi Stem e salute alla parità salariale: le richieste ai leader del G20

Women's Forum, dagli investimenti in studi Stem e salute alla parità salariale: le richieste ai leader del G20
di Maria Lombardi
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Lunedì 18 Ottobre 2021, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 09:11

Investire nella formazione Stem delle ragazze, destinare un budget alla salute delle donne, creare un fondo internazionale "Women climate", concedere un punteggio extra negli appalti pubblici alle aziende che rispettano la parità di genere. E ancora: eguaglianza nelle retribuzioni e nelle opportunità di carriera, congedo di paternità obbligatorio di due settimane, raggiungere almeno il 40% di donne in tutti gli organi di governo pubblici e privati entro il 2030. Sono alcune delle 10 raccomandazioni  che saranno inviate ai leader del G20 a Roma dal Women's Forum in corso a Milano. 

IL PATTO

L'evento si è aperto lunedì mattina con la sigla del patto per la parità. Nella sede della Banca d'Italia i Ceo di grandi aziende italiane ed internazionali hanno firmato il patto "Zero gender gap" che li impegna a colmare il divario tra uomini e donne sul lavoro. Erano presenti alla firma Marco Alverà (SNAM), Antonella Centra (Gucci); Michele Crisostomo (Enel); Silvia De Dominicis (Johnson & Johnson); Maria del Mar Martinez (McKinsey & Company); Elena Goitini (BNL BNP Paribas Italia); Andrea Illy (Illycaffè); Emma Marcegaglia; Lubna Olayan (Olayan Financing Company); Andrea Orcel (Unicredit); Antimo Perretta (AXA); Marco Sesana (Generali), Dario Scannapieco (Cassa depositi e prestiti). All'evento hanno partecipato  anche la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale della Banca d’Italia, Mariya Gabriel, commissaria europea,  Marie-Pierre Rixain, presidente della Delegazione delle Donne all’Assemblea Nazionale Francese, autrice del progetto di legge sull’uguaglianza economica.

«Il nostro obiettivo è di realizzare una 'She-Covery for all', una ripresa inclusiva e sostenibile che metta il ruolo delle donne al centro dell'agenda del G20», Chiara Corazza è la rappresentante speciale per il G7 e G20 del Women' s Forum for the Economy & Society. «Per questo presentiamo 10 proposte operative ai grandi del pianeta riuniti ad ottobre a Roma. E per questo stiamo coinvolgendo i vertici delle maggiori imprese nazionali e internazionali, affinchè diventino i nostri ceo champions». Tra gli impegni presi ci sono l'eliminazione di ogni disuguaglianza nelle assunzioni e promozioni, il raggiungimento del 50% di assunzioni femminili in base al merito e la pari retribuzione. Il progresso verso questi obiettivi sarà misurato da specifici indicatori nell'ambito della valutazione del management. 

«L'Italia è ancora indietro su questo fronte ma c'è una forte volontà di colmare il gendere gap perché l'empowerment femminile è un modo di fare crescita economica - sostiene Emma Marcegaglia, ad dell'omonimo gruppo - è un momento significativo: le aziende pubbliche e private si mettono insieme per raggiungere l'obiettivo della parità. Le donne sono state fortemente penalizzate dalla pandemia e adesso diventa importante agire. Le aziende in cui c'è una maggiore presenza femminile, abbiamo visto, sono più innovative e hanno un approccio più aperto alle novità. É nell'interesse della aziende avere più donne».

La chief operating officer di Intesa Sanpaolo, Paola Angeletti spiega che «un'azione collettiva è certamente benvenuta e necessaria per innescare un cambiamento culturale diffuso. In Intesa Sanpaolo - ricorda - la popolazione aziendale è da tempo equilibrata per presenza maschile e femminile. Il personale direttivo femminile (dirigenti e quadri direttivi), in crescita, si attesta intorno al 40%. Come indicato anche nel documento approvato oggi, l'equità di genere è una leva di crescita per le comunità, non possiamo permetterci di rinunciare.

La ministra Bonetti dice si essere «orgogliosa che sotto la presidenza italiana del G20 aziende così importanti abbiano aderito a questo impegno. L'Italia ha messo al centro di tutte le ministeriali l'empowerment femminile. C'è una piena condivisione degli obiettivi che riguardano investimenti significativi nella formazione Stem per le ragazze e la valorizzazione delle competenze femminili».

«Per cambiare la cultura - sostiene Michele Crisostomo, Enel - bisogna dare visibilità al tema. Nelle aziende la questione del gender gap è vissuta allo stesso modo tra uomini e donne, siamo consapevoli della necessità di liberare l'energia femminile».

«Snam sostiene con convinzione e con azioni concrete gli obiettivi di parità di genere portati avanti dal Women’s Forum nell’ambito del G20. Nell’ultimo anno la popolazione femminile in Snam è aumentata del 23%, circa la metà dei nostri top executive è donna ed entro il 2023 avremo quasi il 30% di donne in posizioni dirigenziali. Inoltre abbiamo inserito permanentemente nel nostro statuto il tema dell’equilibrio di genere negli organi sociali», spiega  Marco Alverà (Snam).

«Da noi le donne sono più valorizzate e hanno migliori prospettive di soddisfazione professionale», assicura il presidente di Intesa sp, Gian Maria Gros-Pietro.  «Il gruppo ha deciso di aumentare il numero di donne»,  dipendenti e manager, e quello che è importante ora è saper «attrarre giovani donne» anche perché  «la valorizzazione delle persone, delle loro diversità e le politiche di inclusione sono essenziali per le imprese. Un alto tasso di diversità - di genere, età, origine - apporta un più ampio spettro di punti di vista, opinioni ed esperienze, e maggior valore nelle decisioni».

 

IL BAROMETRO

La parità tra uomini e donne, una priorità assoluta per 8 persone su 10 (84%, per l'esattezza, di cui 79% maschi; 89% femmine) all'interno dei Paesi del G20. Percentuali molto alte in India (94%), Turchia (94%), Messico (92%), Argentina (90%), Brasile (88%) e Sudafrica (94%)., ma anche in Italia (90%), Francia (87%), Germania (70%). Uno dei dati emersi dal Barometro sulla Gender Equality nei Paesi del G20 realizzato in collaborazione con IPSOS per mettere a confronto i dati di fatto sulla parità di genere con la percezione nella popolazione. Così pure è altissima (87%) la percentuale di quanti pensano che un maggiore accesso delle donne nella tecnologia sarebbe un vantaggio sotto tanti punti di vista. Eppure i dati ci dicono, ad esempio, che in Italia solo il 17% delle donne è impegnata nel cloud computing e il 19% nell'ingegneria. «Servono più donne innovatrici - è la raccomandazione di Mariya Gabriel, commissario europeo per l'innovazione e la cultura - ancora solo l'1% del venture capital va alle start up guidate da donne».  

LE RICHIESTE

La prima tra le raccomandazioni ai Paesi del G20 è quella di investire nella formazione Stem. «Dedicare il 3% del 15% dell'imposta globale sulle imprese, deciso dal G20 nel 2021, per investire nella parità di genere nell'istruzione STEM. È fondamentale stanziare 4,5 miliardi di dollari all'anno per almeno 10 anni per combattere gli stereotipi e attirare le ragazze nelle STEM, in ogni paese del G20». Ê necessario inoltre rendere più inclusiva anche la AI e a tal fine il Forum chiede di creare un credito d'imposta specifico per le aziende che implementano sistemi di intelligenza artificiale inclusiva.

E ancora: creare un Fondo internazionale “Women Climate”, concedere un punteggio extra negli appalti pubblici alle aziende che rispettano la parità di genere, assegnare il 10% dei budget nazionali per la salute alla ricerca relativa a specifiche malattie femminili, stabilire un indice di uguaglianza di genere obbligatorio a livello nazionale per raggiungere la parità di retribuzione e le giuste opportunità di carriera, adottare un congedo di paternità obbligatorio e di due settimane, compresi due giorni prima della data del parto, pagato interamente, raggiungere almeno il 40% di donne in tutti gli organi di governo pubblici e privati entro il 2030.

«Al Women's Forum for the Economy & Society, siamo convinti che il cambiamento sarà guidato dai paesi del G20, che insieme rappresentano il 60% della popolazione mondiale, più dell'80% del prodotto interno lordo globale e il 75% del commercio globale. Hanno oggi infatti una grande responsabilità: dare l'esempio promuovendo l'empowerment delle donne e una leadership d'impatto», spiega Chiara Corazza«Le nostre raccomandazioni sono realizzabili, concrete e pragmatiche. Nel concepirle, abbiamo adottato un principio molto semplice ma efficace. Non chiediamo nuove risorse finanziarie: crediamo fermamente che i fondi esistenti debbano essere riorganizzati e orientati al meglio».

GLI OSPITI

Fra gli oltre 100 esponenti della politica e dell’economia che interverranno ai lavori, la vicepremier spagnola Nadia Calvino, la ministro della salute dell’Argentina Carla Vizzotti, i ministri dell’Economia Daniele Franco, della digitalizzazione Vittorio Colao e, per il mondo delle imprese, l’amministratori delegato di Accenture Italia Mauro Macchi, la presidente dell’Eni, Lucia Calvosa, di Generali, Gabriele Galateri di Genola, il vicepresidente di Google, Fabio Vaccarono, la presidente della BERD Odile Renaud Basso, la vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti, le ambasciatrici all’OCSE della Francia Muriel Penicaud e del Canada Madeleine Chenette. Ai diversi panel interverranno anche personalità del mondo arabo quali le ministre della Cultura e dei giovani degli Emirati Noura bint Mohammed Al Kaabi, la vicepresidente per gli investimenti strategici della compagnia petrolifera di Abu Dhabi (ADNOC) Noura AlMarzooqi, Sua Altezza Reale Maha Bint Mishari AlSaud, Vicepresidente dell’Alfaisal University e Khaliya Aga Khan (Falklora) e Rania Nashar, rappresentante del Public Investment Fund dell’Arabia Saudita. «La partecipazione di esponenti di così alto livello da tutti i Paesi G20 è un segnale molto positivo e conferma l’attenzione nei confronti della Presidenza italiana come occasione unica per riscrivere tutti insieme un futuro più inclusivo – afferma Chiara Corazza, rappresentante speciale per il G7 e il G20 del Women's Forum for the Economy and Society – Abbiamo la responsabilità di dare risposte e soluzioni concrete, perché il ruolo centrale delle donne nella vita economica e sociale non è solo una questione di genere ma una sfida epocale” conclude.   

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