Roberta Mariani, bartender a Londra: «Solidarietà, empatia e sperimentazione, un mix di successo»

Roberta Mariani
di Valentina Venturi
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Sabato 12 Agosto 2023, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 16:10

Il mondo dei bar, del beverage e della miscelazione è stato sempre identificato come un Gentlemen's Club, uno spazio ad esclusivo appannaggio maschile. Negli anni sono diventate sempre più protagoniste le donne, in grado di contribuire con il loro talento a farne la storia. Erano i primi del Novecento quando Ada Coleman guidava da bar manager per oltre vent'anni uno dei templi della mixology, l'American Bar del Savoy Hotel di Londra. Da quel momento il "liquido rosa" nel bicchiere ha continuato ad essere shakerato vorticosamente al punto che oggi Monica Berg, bartender e imprenditrice norvegese di origine asiatica, è in vetta alla top 100 dei personaggi più influenti della bar industry internazionale.
A Londra, punto di riferimento nel settore dell'ospitalità da miscelare, si fanno strada tante italiane come la napoletana Giulia Cuccurullo head bartender di Artesian Bar, la cagliaritana Maura Milia prima donna bar manager all'interno del Connaught e la romana Roberta Mariani, classe 1986, bartender al Bar Termini di Soho, considerata tra le più autorevoli nella diffusione della cultura dell'aperitivo e dei cocktail Made in Italy.

LA FORMAZIONE

Mariani si forma negli anni in cui a Roma si affermano locali quali il Jerry Thomas, Banana Republic e Hotel de Russie, circondata da influenti bartender tra cui Patrick Pistolesi, Alex Frezza e Antonio Parlapiano.
«Ammiravo i bartenders intrattenere guests e creare drinks - ricorda Mariani - Per me rappresentava il perfetto connubio tra arte, intrattenimento e scienza. Fu subito magia».
Eppure il cocktail pink doveva essere migliorato: Mariani vuole farsi strada in un ambiente prettamente maschile in cui gli uomini bevono whisky, alle donne viene servito il delicato vino fruttato e non c'è posto per le bartender. «Nonostante il settore del bar sia tradizionalmente dominato da uomini - prosegue la advocacy director per Italspirits - in realtà, la forza lavoro femminile nel mondo dell'ospitalità rappresenta più del 50%. Purtroppo, la disparità di genere è più evidente nelle posizioni manageriali o di leadership, in Italia più che nel resto dell'Europa dove è facile trovare donne di spicco o a capo di alcuni dei migliori bar al mondo. Pregiudizi e stereotipi ostacolano il progresso, ma devo ammettere che da tempo qualcosa sta cambiando».

IL SUPPORTO

La sperimentatrice si laurea in Lingue e Civiltà Orientali, con specializzazione in giapponese presso la Facoltà di Studi Orientali di Roma e lascia l'Italia alla volta di Londra («la risposta ideale per la mia ambizione»), dove vive dal 2012.
Qui il gusto del drink rosa trova finalmente la sua armonia, tanto ad sentirne preponderante anche la solidarietà femminile: «Le donne che lavorano nel mondo del bar tendono a supportarsi a vicenda e farsi forza. La solidarietà e l'empatia tra di noi hanno creato una rete in cui condividere conoscenze, esperienze e incoraggiandoci reciprocamente a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. Il talento e la determinazione non conoscono limiti di genere: possiamo raggiungere grandi traguardi lavorando insieme». Per rimarcare la sua fiducia nel cambiamento, Mariani ha accettato di diventare direttrice educativa e culturale del progetto Balancd, iniziativa promossa da Roma Bar Show, la più grande manifestazione internazionale dedicata al mondo della mixology e della bar Industry che intende diffondere una cultura che vada al di là degli stereotipi di genere e del gender gap. Perché «il cocktail non ha genere, i gusti sono personali, legati all'ambiente e la cultura in cui si è cresciuti, alle esperienze culinarie personali, e non al sesso. Ci sono donne che bevono whisky affumicati e uomini che prediligono Pina Coladas alla fragola».
 

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