Viaggi in cambio di forniture di ferri chirurgici: a giudizio l'ex primario Gabriele Di Giammarco

Viaggi in cambio di forniture di ferri chirurgici: a giudizio l'ex primario Gabriele Di Giammarco
di Alfredo d'Alessandro
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Giovedì 18 Maggio 2023, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 08:14

Turbata libertà degli incanti e corruzione: sono le accuse dalle quali dovranno difendersi il prossimo 17 ottobre l'ex primario della Cardiochirurgia del policlinico di Chieti, Gabriele Di Giammarco, e l'imprenditore del settore delle forniture medicali, Antonio Pellecchia di Teramo. Entrambi ieri sono stati rinviati a giudizio dal gup, Andrea Di Berardino, pm Lucia Campo. La Asl si è costituita parte civile con l'avvocato Barbara D'Angelosante, e chiede ad entrambi un maxi risarcimento dei danni: un milione e 350.000 euro. L'inchiesta, coordinata dal pm Giancarlo Ciani, ha ricostruito le fasi di una procedura negoziale per l'acquisto di 4 kit di ferri chirurgici avviata nell'ottobre del 2013 e che si è chiusa, dopo una serie di passaggi, e dopo l'attivazione di ben cinque procedure, con un invito a cui rispose la sola ditta di Pellecchia, nel marzo del 2017, per un importo Iva compresa di 231.217 euro. Ma nel frattempo la Asl aveva già pagato 78.000 euro più Iva alla Lamonea srl che aveva risposto all'avviso nella penultima procedura, (ma aveva risposto anche alle precedenti) per la stessa fornitura, poi eseguita. In tal modo, si legge nell'imputazione, la Asl 2 Abruzzo pagava per due forniture di ferri identici, uno alla ditta Lamonea e l'altro alla Pellecchia srl.

L'accusa di corruzione a Di Giammarco, è di aver impedito recita sempre l'accusa, lo svolgimento della regolare gara per l'acquisto di tre kit di ferri chirurgici, operando in modo tale che le procedure amministrative per l'approvvigionamento dello strumentario chirurgico non si completassero sino a quando l'unica offerente fosse risultata la società Pellecchia srl quindi di favorire l'aggiudicazione della gara al sodale Pellecchia, compiendo una pluralità di atti contrari ai suoi doveri di ufficio.

In cambio, recita sempre l'accusa, Antonio Pellecchia eseguiva esborsi a favore di Di Giammarco, assicurandogli plurimi soggiorni in Italia e all'estero, nonché acquisti di beni per un valore complessivo di 16.911 euro dal 2013 al 2016.

Fra i rimborsi di cui ha beneficiato l'ex primario figurano il noleggio di un'auto a Bologna, due libri specialistici costosi, soggiorni in albergo a Berlino, a Praga e a Parigi, il pagamento di una dozzina biglietti aerei su voli Alitalia, Air France, Lufthansa, una prenotazione alberghiera a Kyoto. Di Giammarco e Pellecchia, difeso rispettivamente dagli avvocati Leo Brocchi e Guglielmo Marconi, ieri non erano in aula. I nomi del cardiochirurgo è dell'imprenditore compaiono già nella prima inchiesta che ha riguardato le forniture alla Asl teatina: quella principale, per la quale entrambi erano stati già rinviati a giudizio insieme ad altre persone, è relativa agli acquisti di valvole cardiache e di altri dispositivi di cardiochirurgia che, secondo l'accusa, venivano effettuati "senza alcuna valutazione in un contesto di corruzione sistemica".

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