Chieti, negozio multato dai carabinieri forestali per l’inganno del tricolore sui biscotti bio

Un intervento dei carabinieri
di Redazione
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Venerdì 19 Aprile 2024, 07:42

Prodotti biologici a marchio italiano nel mirino dei carabinieri forestali per la scarsa trasparenza dell’etichetta o, peggio, per una dicitura ingannevole. Militari del Nipaaf (Nucleo investigativo di Polizia ambientale agroalimentare e forestale) del Gruppo Carabinieri Forestale di Chieti, nell’ambito di una mirata campagna di controllo sulla vendita di prodotti biologici, hanno elevato una sanzione amministrativa nei confronti del legale rappresentante di un noto marchio Bio. I militari hanno rinvenuto in vendita, in un esercizio commerciale della grande distribuzione organizzata (Gdo) nella provincia di Chieti, alcune confezioni di biscotti biologici che suggerivano al consumatore l’italianità del prodotto, mediante un riferimento diretto (bandiera italiana), riportato in prossimità della parola “biologico”: sul retro della confezione veniva invece specificata l’origine mista (Ue e Non Ue) della materia prima impiegata nella produzione dei biscotti stessi.

Secondo i militari accertatori l’associazione della parola biologico ai colori della bandiera italiana risulta essere immediata e diretta, diversamente dalla meno visibile indicazione “agricoltura Ue/non Ue” ed è capace di indurre in errore il consumatore anche in ordine al marchio “biologico italiano”, che di recente è stato istituito dall’articolo 6 della legge 23/2022.

L’illecito riscontrato riguarda la violazione di una norma sulle pratiche leali di informazione che prevede che le informazioni fornite al consumatore non debbano indurlo in errore «per quanto riguarda le caratteristiche dell’alimento e, in particolare, la natura, l’identità, le proprietà, la composizione, la quantità, la durata di conservazione, il paese d’origine o il luogo di provenienza, il metodo di fabbricazione o di produzione».

Per la condotta è prevista una sanzione che va da tremila a 24mila euro, ma il trasgressore può chiudere la questione pagando seimila euro, in misura ridotta.

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