Tentò di strangolare la moglie al culmine dell’ennesimo litigio in casa, mentre erano da soli. A salvare la moglie da quell’ira incontrollabile l’arrivo dei carabinieri, chiamati proprio dai suoi genitori, nonché suoceri della donna, che nel silenzio della sera avevano sentito prima i rumori provenienti dall’appartamento che si trova nella stessa palazzina, poi le urla disperate. A quasi due mesi dall’arresto, scattato quel giorno in flagranza di reato, ieri, quel marito violento, un 30enne di Val Vomano, è stato rinviato a giudizio dal gup Marco Procaccini.
Le accuse nei suoi confronti sono di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Rigettata in questa fase la richiesta presentata dal difensore dell’imputato, l’avvocato Luca Carbonara, di una perizia per poter accertare l’effettiva facoltà di intendere e volere al momento del fatto che potrebbe essere stata compromessa dall’abuso che il 30enne avrebbe fatto di sostanze stupefacenti e alcoliche. Una richiesta che verrà riproposta in dibattimento. Al momento nessuno si è costituito parte civile, con il padre dell’uomo che nel frattempo ha rimesso la querela contro il figlio. Anche lui, a quanto pare, in alcune occasioni avrebbe subito maltrattamenti, ma ad avere la peggio è stata la moglie del 30enne, salva solo grazie al tempestivo intervento dei militari. Quando, a dicembre, i carabinieri sono riusciti ad entrare in quell’appartamento dove la coppia viveva a Val Vomano hanno bloccato il 30enne mentre stringeva le mani al collo della donna, nel tentativo di strangolarla.
Sul corpo di lei i militari hanno trovato anche segni evidenti di violenza fisica, motivo per cui è stata poi trasportata al pronto soccorso per essere visitata. Botte, calci e pugni, presi dal marito violento. L’uomo al momento è ancora rinchiuso in carcere. Il giorno dell’udienza di convalida del suo arresto ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. È plausibile ipotizzare che per lui la strada migliore sia quella della disintossicazione prima ancora che della detenzione. Ma per questo bisognerà attendere, adesso, il processo dove dovrà rispondere di maltrattamenti e delle lesioni provocate alla moglie, con la quale da tempo aveva un rapporto di alti e bassi, ma pur sempre un legame, che lui ha spezzato con la violenza.