Tenta di strangolare la moglie, lei salvata dalla suocera: l'uomo a giudizio

Tenta di strangolare la moglie, lei salvata dalla suocera: l'uomo a giudizio
di Teodora Poeta
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Mercoledì 31 Gennaio 2024, 07:57

Tentò di strangolare la moglie al culmine dell’ennesimo litigio in casa, mentre erano da soli. A salvare la moglie da quell’ira incontrollabile l’arrivo dei carabinieri, chiamati proprio dai suoi genitori, nonché suoceri della donna, che nel silenzio della sera avevano sentito prima i rumori provenienti dall’appartamento che si trova nella stessa palazzina, poi le urla disperate. A quasi due mesi dall’arresto, scattato quel giorno in flagranza di reato, ieri, quel marito violento, un 30enne di Val Vomano, è stato rinviato a giudizio dal gup Marco Procaccini. 

Le accuse nei suoi confronti sono di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Rigettata in questa fase la richiesta presentata dal difensore dell’imputato, l’avvocato Luca Carbonara, di una perizia per poter accertare l’effettiva facoltà di intendere e volere al momento del fatto che potrebbe essere stata compromessa dall’abuso che il 30enne avrebbe fatto di sostanze stupefacenti e alcoliche. Una richiesta che verrà riproposta in dibattimento. Al momento nessuno si è costituito parte civile, con il padre dell’uomo che nel frattempo ha rimesso la querela contro il figlio. Anche lui, a quanto pare, in alcune occasioni avrebbe subito maltrattamenti, ma ad avere la peggio è stata la moglie del 30enne, salva solo grazie al tempestivo intervento dei militari. Quando, a dicembre, i carabinieri sono riusciti ad entrare in quell’appartamento dove la coppia viveva a Val Vomano hanno bloccato il 30enne mentre stringeva le mani al collo della donna, nel tentativo di strangolarla.

In casa c’erano oggetti rotti e lanciati ovunque. Da tempo l’uomo avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti e alcool, un mix che secondo il difensore avrebbe alterato il suo stato psicofisico fino a spingerlo a tanto dopo una discussione con la moglie. Ma già in precedenza ci sarebbero stati altri episodi di maltrattamenti e la donna aveva già denunciato il marito, dopodiché, però, un gip aveva respinto la misura chiesta dalla procura. Fino ad arrivare all’episodio più grave il cui finale sarebbe potuto essere ben più drammatico se solo non fosse stato dato l’allarme dai suoceri.

Sul corpo di lei i militari hanno trovato anche segni evidenti di violenza fisica, motivo per cui è stata poi trasportata al pronto soccorso per essere visitata. Botte, calci e pugni, presi dal marito violento. L’uomo al momento è ancora rinchiuso in carcere. Il giorno dell’udienza di convalida del suo arresto ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. È plausibile ipotizzare che per lui la strada migliore sia quella della disintossicazione prima ancora che della detenzione. Ma per questo bisognerà attendere, adesso, il processo dove dovrà rispondere di maltrattamenti e delle lesioni provocate alla moglie, con la quale da tempo aveva un rapporto di alti e bassi, ma pur sempre un legame, che lui ha spezzato con la violenza.

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