«Federico Pecorale è incompatibile con la misura della custodia cautelare in carcere alla luce dei gravi problemi di salute di cui è affetto». Commenta così l'avvocato Alessandro Cerella (del Foro di Vasto che insieme al collega Antonio Valentini del Foro dell'Aquila assiste ora l'imputato) la notizia del trasferimento del 30enne di Montesilvano dal carcere di Velletripresso il reparto di Psichiatria dell'ospedale di Lanciano a tempo indeterminato. Il giovane, come si ricorderà, è stato condannato il 23 giugno scorso nel corso del rito abbreviato dinanzi al Gup del Tribunale di Pescara alla pena di 12 anni di reclusione (di cui 5 da trascorrere in una struttura sanitaria Rems adibita all'accoglienza degli autori di reati ritenuti infermi di mente o socialmente pericolosi) per aver sparato cinque colpi di pistola contro il cuoco 23enne Yelfry Rosado Guzman, all'interno di un locale nel centro di Pescara, (casa Rustì in Piazza Salotto ndr) ferendolo gravemente. Il giovane rimarrà paralizzato.
Pecorale, a seguito della sparatoria, è stato sottoposto a perizia psichiatrica, da cui è emerso che al momento del fatto non era pienamente in grado di intendere e di volere. Problemi di convivenza con altri detenuti a Lanciano avevano portato al trasferimento del detenuto presso il carcere di Velletri dove ieri mattina le porte del penitenziario si sono aperte per permettere il trasferimento del detenuto, nel reparto di Psichiatria dell'ospedale di Lanciano restando sempre in un regime di custodia cautelare e sempre a disposizione dell'Autorità giudiziaria, tenuto sempre sotto vigile controllo.
Cosa abbia spinto i giudici della Corte d'Appello dell'Aquila (dopo un primo rigetto dell'istanza di revoca della misura carceraria) ad accogliere la nuova istanza non è dato sapere ma è indubbio il peso della perizia psichiatrica sia in termini di disturbo delirante cronico di tipo persecutorio ma anche di incompatibilità con il regime carcerario.
A scatenare la volontà omicida di Pecorale verso il cuoco di santo Domingo, la non salatura adeguata degli arrosticini che aveva ordinato. Di qui l'estrazione della pistola dalla cintola dei pantaloni per esplodere cinque colpi di pistola (anche quando la parte offesa già a terra, aveva cercato riparo dietro il bancone del locale) ferendolo in modo grave e lasciandolo a vita su una sedia a rotelle.