Spara agli zii, Nico non parla con il giudice. Il movente resta un segreto

Spara agli zii, Nico non parla con il giudice. Il movente resta un segreto
di Patrizia Pennella
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Sabato 20 Maggio 2023, 08:17

Non una parola. Neanche davanti al giudice. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Nico Fasciani, il 25enne di Civitaquana che l'altra notte ha gravemente ferito a colpi di pistola il cugino del padre, Giancarlo Fasciani, e la sua compagna Paola Palma.

L'udienza di convalida a Pescara, a palazzo di giustizia, è durata pochi minuti, giusto il tempo di riempire i verbali. Assistito dall'avvocato Luca Torino-Rodriguez il ragazzo ha mantenuto quella linea del silenzio su cui già si era attestato nell'immediatezza dell'arresto. Ha detto, in sostanza, di essere stato lui a sparare quegli otto colpi di pistola, ma non ha voluto spiegare perché. Arresto convalidato e ritorno in carcere. Non è una posizione semplice quella di questo bravo ragazzo, che tutti descrivono come onesto, lavoratore e impegnato nel sociale. Perché nel quadro indiziario che i carabinieri della compagnia di Penne, coordinati dal tenente Alfio Rapisarda, stanno ricostruendo, la sua passione per la caccia costituisce un tassello fondamentale. All'uso delle armi Nico è dunque avvezzo, è un "cinghialaro", uno che esce in battuta, abituato a maneggiare fucili. E andava ad esercitare anche al poligono di tiro. La calibro 22 utilizzata per sparare era di sua proprietà e regolarmente registrata. Un'arma leggera e maneggevole rispetto ai fucili, soprattutto per una persona esperta.

I colpi, sparati a distanza ravvicinata, hanno raggiunto Fasciani e Palma nella parte alta del corpo, tra la testa, l'addome superiore e la spalla. In particolare l'uomo è stato colpito a un occhio e lo ha perso: vano il tentativo dei medici di recuperarlo con un intervento chirurgico.

Tutto si è svolto in pochissimo tempo: le due vittime erano sedute rispettivamente su un divano e su una poltrona in uno spazio abbastanza ristretto, il ragazzo ha aperto la porta e ha scaricato i colpi, senza dare ai due la possibilità di muoversi o di reagire.

Solo con le ultime forze rimaste Paola Palma è riuscita a chiamare i carabinieri e a dare l'allarme, chiedendo aiuto e dicendo il nome di chi aveva sparato. D'altra parte, quando i carabinieri lo hanno bloccato, Nico Fasciani non ha negato di essere stato lui ad agire: con sé aveva ancora la pistola, che è stata sequestrata. Non ha parlato molto: semplicemente ha raccontato di essere arrivato in casa dello zio e di aver sparato. Non una visita casuale, una reazione arrivata al termine di una lite. Nello scarno racconto di Fasciani resta la descrizione di un'azione fulminea: non trova quindi conferma l'ipotesi secondo cui il giovane sarebbe entrato in casa per andare in bagno e uscendo abbia sparato.

Il movente comunque resta ancora un mistero. L'ipotesi è che possa trattarsi di qualche problema familiare, magari sconosciuto anche ai genitori del ragazzo, se non di fatti collegati all'attività dello zio, che ufficialmente vive recuperando materiali usati ma che in passato è finito nei radar delle forze dell'ordine per questioni di stupefacenti. Ma il punto di saldatura della vicenda è ancora tutto da comprendere. Le indagini proseguono. I carabinieri hanno effettuato rilievi nell'area dell'abitazione della coppia, invasa da una quantità di masserizie. Telecamere sorvegliano gli accessi e questo potrebbe assicurare materiale utile agli investigatori, qualora l'impianto sia dotato anche di un sistema di registrazione. Possibile che proprio da una perquisizione della casa emerga qualche elemento che possa portare a definire il movente dell'aggressione. Restano intanto molto gravi le condizioni dei due feriti, ricoverati in prognosi riservata in rianimazione all'ospedale di Pescara.
 

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