L’indagine ha avuto inizio con la denuncia di una donna, madre di un adolescente, che si era accorta della presenza sullo smartphone del figlio di immagini erotiche di minori. Le immagini erano pubblicate su due chat di whatsapp, gruppi ai quali il ragazzo era iscritto, denominati "Tana della Luna" e "ScoobyDank". Gruppi che inizialmente condividevano immagini e video del genere "gore", ovvero di torture, suicidi e simili. La donna ha consegnato lo smartphone ai poliziotti della Polizia Postale, che grazie a sofisticate strumentazioni hanno acquisito il contenuto del telefono ed in particolare dei due gruppi whatsapp. Così è iniziata l'indagine sugli aderenti ai gruppi, più di 300, riuscendo ad identificare coloro che avevano divulgato video o immagini di pornografia minorile, con vittime anche in età infantile. Tra questi lo studente aquilano che alla vista degli agenti ha subito ammesso di far parte della chat e di aver visionato le immagini che di volta in volta gli venivano inviate da altri, senza avvertire i genitori né a quanto pare prendere le distanze e quindi uscire dal gruppo in cui venivano inviate le immagini di natura sessuale con minori della sua stessa età.
Gli investigatori della Polizia Postale dell’Aquila, hanno subito sequestrato il cellulare del 16enne e da un primo controllo è emerso come lo stesso smartphone avesse all’interno molte immagini a carattere pedo-pornografico. Ora il dispositivo elettronico verrà messo nella mani del personale informatico esperto, per capire non solo l’entità delle immagini oggetto dell’inchiesta penale ma soprattutto se le stesse sono state a loro volta inviate dal giovane studente aquilano ad altre persone. Aspetto, quest’ultimo non di poco conto perché cambierebbe l’ipotesi di reato da detenzione di materiale pedo-pornografico a quello di divulgazione.
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