Roccaraso, Juan Carrito e il video con il pallone. Il Parco: «L'orso non è un reality»

Roccaraso, Juan Carrito e il video con il pallone. Il Parco: «L'orso non è un reality»
di Sonia Paglia
3 Minuti di Lettura
Domenica 11 Dicembre 2022, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 11:34

 Turisti a caccia di riprese sull’orso Juan Carrito, da postare sui social. Dopo anni di sensibilizzazione sul fenomeno, ci si trova sempre allo stesso punto di partenza. L’ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise punta il dito sui comportamenti scorretti dell’uomo, sull’uso dell’immagine dell’animale protetto ai fini pubblicitari. Ma anche sulla presenza a Roccaraso, di cassonetti dei rifiuti, che catturano l’olfatto sensibile del plantigrado, facendolo avvicinare nei centri urbani. « Juan Carrito è tornato a far parlare di sé. Dopo molti mesi relativamente tranquilli - dice l’ente Pnalm su Fb - in cui ha passato la gran parte del suo tempo a fare semplicemente l’orso, nelle ultime settimane è stato avvistato con maggior frequenza a Roccaraso e dintorni, dove in alcuni casi ha continuato e trovato anche facile accesso a rifiuti riposti in cassonetti dell’immondizia non certo a prova d’orso».

Juan Carrito inavvicinabile: deve tornare a vivere lontano da uomini e paesi

In realtà, JC non ha mai abbandonato il territorio dell’Alto Sangro. Spesso ha visitato allevamenti domestici, giocando con i cani da guardiania presenti. Si è recato nel giardino di un hotel cercando di afferrare con la zampa un pallone, reagendo con un finto attacco, verso chi cercava di importunarlo, filmandolo con il telefonino, a pochi metri di distanza. Ha rovistato nei cassonetti. Ha anche fatto un giro sulle piste da sci. E le sue apparizioni, sono finite puntualmente, sui social. Ma M20, considerato uno dei plantigradi più belli dell’area protetta, soprattutto, per le sue fattezze fisiche, necessita di rispetto e responsabilità. Pensate che a soli due anni vita, pesava il doppio di un orso della sua età.

«Riflettendo in maniera più accurata, forse, non è Juan Carrito che fa parlare di sé - continua il Pnalm - forse, sarebbe più corretto parlare di noi esseri umani e di tutti quei comportamenti non corretti che ci allontanano continuamente da una coesistenza consapevole con l’orso e più in generale con la fauna selvatica tutta. Purtroppo invece, complici i social, si continua a parlare di Juan Carrito come fosse un peluche o un animale domestico, ci si inoltra in sofisticate spiegazioni di etologia dimenticandosi che i cani, per legge, vanno sempre tenuti al guinzaglio e, infine, ci si dimentica di vivere nella terra degli orsi, salvo quando questi ultimi servono per farsi pubblicità, e non si mettono in sicurezza gli attrattori alimentari per evitare che Carrito, o altri orsi, possano essere attirati nei centri abitati. La sua vita non è un reality, chi lo ama non lo segue».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA