Il riconoscimento facciale fa scoprire l’aggressore del bus: è un kosovaro di 41 anni

Il passeggero non aveva fatto il biglietto e ha sferrato un pugno in faccia al controllore per poi fuggire con la famiglia. Scovato e denunciato dalla polizia

Il riconoscimento facciale fa scoprire l’aggressore del bus: è un kosovaro di 41 anni
di Patrizia Pennella
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Domenica 13 Agosto 2023, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 09:29

Non è bastato premere un bottone, perché non è una fiction. Ma, accanto alla sana buona memoria del poliziotto, questa volta anche la tecnologia ci ha messo lo zampino. Consentendo di venire a capo, nell’arco di tre giorni, di un’aggressione, l’ennesima, che si è verificata al terminal bus, proprio avanti alla stazione centrale. Vittima, questa volta, un controllore di Tua a Pescara. Sul bus l’uomo aveva avuto un’animata discussione con un viaggiatore: sia lui che la moglie e i tre figli, si trovavano a bordo senza biglietti. Il controllore insisteva per avere le generalità di tutti e, di conseguenza, procedere con la sanzione, ma l’uomo non aveva alcuna intenzione di fornire le indicazioni richieste. Anzi, per tutta risposta, ha assestato un violento pugno al volto dell’addetto alle verifiche, facendolo cadere a terra. Un colpo tanto più forte perché inatteso: l’uomo è caduto di peso a terra, battendo violentemente la testa. Il viaggiatore, senza indugiare per un attimo, si è allontanato e ha fatto perdere le sue tracce nelle strade circostanti.
A dare l’allarme è stato un collega del controllore, che ha chiamato il 118 e la centrale operativa della questura. Al terminal bus sono arrivati in tempi brevissimi: i poliziotti, coordinati dal dirigente Pierpaolo Varrasso, hanno raccolto le prime testimonianze delle persone presenti ricostruendo rapidamente la dinamica degli eventi. Il controllore, intanto è stato trasportato in ospedale dove, dopo i primi accertamenti, i medici hanno certificato una prognosi di trenta giorni.


LA SVOLTA
La polizia ha poi acquisito le immagini che l’altro controllore era riuscito a catturare con il telefonino: la scientifica le ha estrapolate e le ha fatte girare nel sistema Sari, il programma di riconoscimento facciale che lavora sull’Afis, la banca dati che contiene tutti gli elementi relativi ai rilievi fotodattiloscopici effettuati nel corso del tempo. Un sottosistema è dedicato proprio al fotosegnalamento e su quello è andato a lavorare il software, mettendo insieme una rosa ristretta di sospettati. Tra questi, con una compatibilità del 61%, un kosovaro di 41 anni. Il resto lo hanno fatto gli agenti della squadra mobile, diretti da Mauro Sablone, che hanno ricomposto il quadro della vicenda puntando sulle loro conoscenze: i riscontri effettuati hanno confermato rapidamente l’identità dell’aggressore che è stato denunciato alla procura per i reati di lesioni aggravate, violenza e minacce a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e omissione di soccorso. «La tecnologia – sottolinea il questore Luigi Liguori – ci consente di arrivare dove la memoria, anche delle persone più esperte, trova il suo limite. Non lavoriamo con il Grande fratello ma con banche dati che conservano nei loro archivi gli elementi, sostanzialmente relativi a persone con pregiudizi di polizia, che ci consentono di lavorare con più rapidità ed efficacia per fornire risposte concrete alla comunità».
 

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