EFFICACE E CONCRETO - Giovanni è stato figura di grande riferimento per il foro di Pescara, un avvocato d'altri tempi, dotato di grande acume giuridico, straordinario nel cogliere il punto della vicenda di cui si stava occupando. Un eloquio asciutto, sintetico e incidente, mai ridondante nei suoi interventi e nelle sue arringhe nè volto a suggestionare chi lo stava ascoltando, perché riusciva con grande capacità a cogliere l'aspetto tecnico del problema e intervenire su quello. Aveva una grande formazione civilistica, ma riusciva ad andare al cuore e al contenuto anche nella norma penale. E' stato un grande protagonista di tutti i più importanti processi che si sono tenuti a Pescara e non solo. Era un giurista raffinatissimo ed era tanto capace di svolgere una discussione orale, quanto efficace e forbito nella produzione degli atti. I suoi atti si riconoscevano non soltanto per il suo acume giuridico, ma anche per il suo stile unico. Schivo nella vita e nella professione, tale è rimasto anche nel momento di andare via. Ha lasciato delle precise consegne ai suoi familiari e ai suoi colleghi più stretti: nessuna cerimonia sontuosa, nessun commento. E tutti si sono attenuti alle sue ultime volontà.
I COLLEGHI E LA POLITICA - Insieme con i colleghi Giuliano Milia e Fernando Di Benedetto, negli anni 80 Di Biase aveva formato un trio di grande spessore professionale. Aveva avuto anche un breve, ma intenso trascorso politico quando aveva poco più di trent'anni: dal 70 al 75 venne eletto in consiglio comunale nelle liste del Partito Liberale e divenne anche assessore nella giunta del sindaco Novello.
MENNINI E D'ALFONSO - «Un vero professionista, uno dei più bravi - ha commentato il procuratore generale Pietro Mennini che a Pescara ha passato tutta la sua vita professionale -. Un fine civilista, ma anche molto bravo e preparato nel penale. Un avversario validissimo e con un'acuta intelligenza, ma soprattutto un professionista sempre corretto». «Stiamo parlando - è stato il commento del presidente della Regione, Luciano D'Alfonso - di un gigante dell'avvocatura di Pescara, dell'Abruzzo e anche a livello nazionale. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di frequentarlo, di apprezzarlo e di averlo come difensore in un difficile e inesistente vicenda giudiziaria. Quando si pensa all'avvocato come professionista liberale non si può non pensare a lui - ha concluso il governatore - poiché non ha mai avuto paura dei poteri in quanto è sempre stato lui il potere della libera professione».
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