Lui si gioca lo stipendio e la picchia, lei si ribella al matrimonio combinato: l'uomo sotto processo

Lui si gioca lo stipendio e la picchia, lei si ribella al matrimonio combinato: l'uomo sotto processo (nella foto il Tribunale di Teramo)
di Teodora Poeta
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Venerdì 15 Dicembre 2023, 07:55

Farida (nome di fantasia) oggi ha un lavoro e con quello riesce a pagare un affitto e a crescere le due figlie. Ma quando tre anni fa nel Teramano ha denunciato suo marito ed è entrata in una casa famiglia non parlava l’italiano e per anni aveva subito maltrattamenti da suo cugino, l’uomo di origini pakistane che era stata costretta a sposare, nonostante lui fosse innamorato di un’altra donna, per volere della famiglia.

Un matrimonio combinato che ha portato ad un’unione infelice, ricongiunto in Italia dove lui già viveva e lavorava come operaio in un’azienda teramana. Una vicenda finita in tribunale dopo, appunto, il coraggio di lei di chiedere aiuto ai carabinieri nonostante le minacce del marito che le diceva che in questo modo le avrebbero tolto le figlie. Dopo la sua deposizione nella scorsa udienza di Farida, che si è costituita parte civile insieme alle figlie assistite dall’avvocata Cristina Celentano, in cui ha raccontato che venivano affamate dal marito, ieri è toccato al vicino di casa testimoniare. È da lui e da sua moglie, una coppia pure loro pakistani, che la donna in un paio di occasioni si è dovuta rifugiare dopo essere stata picchiata.

«Veniva spesso da noi a chiedere qualcosa da mangiare per le bambine e i pannolini anche se il marito lavorava», ha raccontato il vicino che con l’imputato ha vissuto insieme per anni prima che le rispettive mogli arrivassero in Italia. È stata Farida a confermare che suo marito «quando prendeva lo stipendio andava a giocarsi i soldi alle macchinette» e a lei lasciava solo 20 euro per poi richiedergliene ogni volta cinque. «Il giorno dopo che una sera avevamo sentito le urla, mia moglie mi ha raccontato di aver visto Farida con il labbro gonfio, l’occhio blu e i segni sulla schiena – ha proseguito il vicino pakistano -.

Io, invece, altre volte l’ho vista che metteva la plastica e la carta per fare i pannolini». 

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