Ginecologo a processo per violenza sessuale a Teramo, la paziente: «Mi propose di vedere video hard durante una visita»

Nello studio privato del professionista la donna, che all’epoca aveva 19 anni, ha descritto di essere stata sottoposta a procedure che si sarebbero spinte ben oltre quelle mediche

Ginecologo a processo per violenza sessuale a Teramo, la paziente: «Mi propose di vedere video hard durante una visita»
di Teodora Poeta
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sabato 25 maggio 2024, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 00:15

L’ha denunciato perché subito ha compreso che durante quella visita specialistica c’era stato qualcosa che l’aveva profondamente turbata. Le sollecitazioni nelle zone erogene dopo la sua confessione di avere problemi sessuali fino alla proposta di vedere un video porno. Pratiche non previste in una visita medica ginecologica come, ieri, in aula, ha confermato il professor Pantaleo Greco dell’Università di Ferrara, consulente della procura. Il processo che si discute è quello al ginecologo 69enne Francesco Ciarrocchi accusato di una presunta violenza sessuale ad una giovane donna che fino a quale settimana prima aveva lavorato nel suo studio privato. Una visita effettuata gratuitamente proprio per il rapporto di amicizia che si era instaurato, di cui, però, non è stato ritrovato alcun referto registrato. Un punto, sul quale, è stato chiesto esplicitamente se forse sia stato fatto per una questione fiscale. «Non è questo che ci insegnano perché la paziente ne ha bisogno. Se si fa un referto a titolo gratuito, si scrive», ha precisato il consulente.

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Difesa

Da parte sua Ciarrocchi (che è difeso dagli avvocati Guglielmo Marconi e Tommaso Navarra) ha sempre sostenuto di avere svolto regolarmente la visita.

Ma la versione della giovane, che si è costituta parte civile assistita dall’avvocata Monica Passamonti, è diversa e racconta altro su come, invece, sarebbero andate le cose. Nello studio privato del professionista la donna, che all’epoca aveva 19 anni, ha descritto di essere stata sottoposta a procedure che si sarebbero spinte ben oltre quelle mediche. «Una visita è una visita», ha detto il professor Greco che in aula ha spiegato come deve essere eseguita. Nel caso, appunto, di una visita ginecologica, la donna può anche raccontare al medico di problematiche personali come l’anorgasmia, ossia l’incapacità di raggiungere l’apice del piacere, ma «il ginecologo esclude la natura organica, non quella fisiologica, e non è sua competenza la tecnica di stimolazione». Entrando sempre più nello specifico, la donna avrebbe ricevuto da Ciarrocchi anche commenti sul suo modo di depilarsi. Pure su questo ha risposto il consulente della procura: «Se una donna vuole depilarsi è un problema suo. A livello medico non ci sono indicazioni». Per poi terminare con il chiarire se rientra sempre tra le pratiche mediche la visione di filmati porno. «Non da me che sono un ginecologo – ha replicato -. Ma dubito che qualsiasi film porno rientri in una terapia medica».

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Parte civile

Il processo, lo ricordiamo, si svolge a porte aperte su precisa richiesta della parte civile che ne aveva fatto richiesta, questo perché, come sin da subito aveva detto l’avvocata Passamonti, sarebbe stato giusto far conoscere a tutti cosa c’è nel fascicolo dopo che la sua cliente era stata costretta a subire l’immediata aggressione sul web. A porte chiuse si è svolta solo l’udienza durante la quale sono state sentite le altre due donne, una delle quali all’epoca aveva 16 anni, che hanno raccontato di essere state violentate in passato pure loro da Ciarrocchi, ma in questo caso i reati sono già prescritti. In aula, adesso, si tornerà a novembre per sentire i primi testi della difesa, tra i quali i loro consulenti che non escluso dovranno tornare per essere riascoltato nel contraddittorio con quello della procura.

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