«Vieni, facciamo la doccia insieme». E lo zio violenta la nipotina. Condannato a otto anni

Il tribunale di Teramo
di Teodora Poeta
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Giovedì 21 Dicembre 2023, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 07:27

Ha vissuto la sua infanzia nell’incubo costante che in un momento qualsiasi, anche nel cuore della notte, arrivasse lo zio a farle male. Anni di abusi iniziati quando era ancora una bambina e aveva appena sei anni, così certe cose non le capivai. Crescendo, però, le cose sono cambiate e tutto è diventato ai suoi occhi più chiaro, tanto da denunciare lo zio, un 43enne della costa teramana, che ieri è stato condannato con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica a 8 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata. 

Il giudice di Teramo Roberto Veneziano lo ha anche condannato, all’esito dell’espiazione della pena, al divieto di avvicinamento dai luoghi frequentati da bambini per tre anni oltre ad altri tre anni di libertà vigilata. Dalla conclusione della perizia psichiatrica, affidata dal giudice allo specialista Luigi Olivieri, è emerso che il 43enne, fratello del padre della ragazza che ormai è maggiorenne, l’uomo all’epoca dei fatti aveva una parziale infermità di mente, ma è stato dichiarato parzialmente capace di partecipare al processo e pericoloso socialmente in forma lieve, nonché compatibile con il regime carcerario, con controlli da seguire al centro di salute mentale della sua zona di residenza.

Una vicenda riuscita a venire a galla grazie al supporto del fidanzato della ragazza quando lei stava per compiere 18 anni. E' stato con lui, infatti, che si è confidata per la prima volta dopo tanti anni di silenzio e di lacrime versate quando era sola e nessuno poteva vederla o sentirla.

Nonostante fosse stato un uomo a rovinarle l’infanzia, Romina (nome di fantasia) ha scelto un altro uomo per raccontare gli abusi subiti e di lui si è fidato. Appena raccolte le confidenze, il fidanzato quindi ha convinto la ragazza a denunciare tutto. A farsi forza e ad andare insieme dai carabinieri, assistiti dall’avvocato Fabrizio Antenucci. 

Ai militari è stato fatto un racconto raccapricciante. I fatti contestati al 43enne sarebbero iniziati quando lei aveva 6 anni e per altri sei anni sono andati avanti. Si parla di rapporti sessuali completi anche quando quella bambina piangeva e allo zio gli diceva di smettere. Nessuno si sarebbe mai accorto di nulla perché i genitori erano fuori per lavoro e lei veniva affidata allo zio che in alcune occasioni, di notte, l’avrebbe portata anche nel suo letto mentre il nonno dormiva. Quando poi il 43enne restava a casa della nipotina, l’avrebbe pure costretta a fare la doccia con lui. Nonostante l’età, lei ha sempre tentato di opporsi, ma non c’è mai riuscita. Ieri ha scelto di non costituirsi parte civile anche se adesso, all’esito del rito abbreviato, valuterà se fare un’azione civile per un eventuale risarcimento. Quando l’inchiesta, coordinata dalla pm Francesca Zani, era ancora in fase di indagine è stata sentita con la formula dell’incidente probatorio ed è risultata una teste attendibile. La sua vittoria, se così la si può definire, è stata quella di arrivare ad una condanna per l’uomo che le ha segnato per sempre la vita. 

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