Detenuto le scrive dal carcere: «Il tuo ex fidanzato vuole ucciderti»

Detenuto le scrive dal carcere: «Il tuo ex fidanzato vuole ucciderti»
di Teodora Poeta
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Giovedì 16 Novembre 2023, 07:27

Giovanissima si è ritrovata a dover affrontare, faccia a faccia a Teramo, in un’aula di tribunale il ragazzo di cui lei si era invaghita e che invece in pochi mesi le avrebbe reso la vita un vero e proprio inferno. Non un amore, ma un’ossessione per lui che durante i litigi passava alle mani per dimostrare la sua forza e anche nei momenti di pace apparente imponeva la sua presenza con il controllo del telefono e di tutti i social della fidanzata. Una ragazza teramana di 20 anni che alla fine è riuscita a denunciarlo lo scorso aprile con lui, un kosovaro all’incirca suo coetaneo, che adesso si trova in carcere dopo aver violato il divieto di avvicinamento che gli era stato concesso come misura di alleggerimento degli arresti domiciliari.

Una vicenda complessa, con il processo per atti persecutori che si sta svolgendo davanti alla giudice monocratica Claudia Di Valerio, che a un certo punto ha visto anche il coinvolgimento dell’albanese 31enne Roland Bushi, condannato lo scorso febbraio in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della fidanzata moldava commesso a Francavilla. È stato Bushi, infatti, a scrivere dal carcere di Castrogno, dove in precedenza era detenuto, una lettera alla 20enne teramana per avvisarla della volontà del suo ex di ucciderla. Una confidenza che avrebbe ricevuto durante l’ora d’aria dal carcerato kosovaro, o almeno così sembrerebbe. Ma non c’è solo questo perché Bushi sempre quando stava a Castrogno avrebbe pure contattato la 20enne telefonicamente, utilizzando pare un cellulare detenuto illegalmente nel penitenziario, cosa che gli è costato il trasferimento a Rebibbia e una denuncia con il procedimento in corso. «Quando lui esce per l’udienza, ti ammazza».

È questo l’avviso che le aveva lanciato nella lettera finita agli atti del dibattimento.

Ma lei quelle minacce di morte le aveva già sentite pronunciare di persona dal suo ex fidanzato, quando ancora stavano insieme. Lo ha raccontato in aula. «Ti ammazzo e ti butto in un fosso», le aveva detto una volta. «L’unico modo per salvarmi doveva essere quello di lasciare il lavoro, andare a vivere con i suoi genitori, pensare a badare alla casa con sua madre e lasciar perdere i miei amici», ha riferito la giovane che si è costituita parte civile assistita dall’avvocata Valeria Vanni. In un’occasione lui ha pure tentato di investirla con l’auto, mentre un’altra volta l’ha speronata. «Mi diceva che ero una ragazza facile e andavo con tutti – ha proseguito la 20enne -. Ci siamo messi insieme alla fine di ottobre del 2022 e lui mi controllava anche i social. Aveva le mie password». Il primo schiaffo lui gliel’ha dato a dicembre di quell’anno davanti a due amici. A gennaio, un pugno. «Doveva avere sempre il controllo su di me». E per farlo usava le mani, perché le parole non gli bastavano.

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