Delitto davanti al night, la ballerina contesa: «Quel cliente era pazzo di me»

Delitto davanti al night, la ballerina contesa: «Quel cliente era pazzo di me»
di Teodora Poeta
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 08:20

Alle indagini in corso sul presunto omicidio dell'imprenditore 51enne di Città Sant'Angelo Marco Monti, avvenuto fuori dal night club Zeus di Silvi, la procura aggiunge un altro importante tassello con il secondo incidente probatorio, stavolta per cristallizzare l'interrogatorio della ballerina romena contesa, indagata per percosse, che esattamente un anno fa - era la notte del 19 aprile 2022 - per motivi di gelosia avrebbe innescato la reazione del gestore del locale, Pietro Mercurio. Subito dopo è stata sentita, sempre con la formula dell'incidente probatorio, anche un'altra ballerina, che invece non è indagata e che proprio perché testimone pure lei di quanto successo a Monti, avrebbe subito delle minacce per tacere. Entrambe, ieri, hanno raccontato i dettagli di quella notte.

La prima ragazza, che è assistita dall'avvocata Gianna Giannini, ha descritto l'insistenza con cui Monti avrebbe voluto portarla fuori dal locale quella notte, dopo una serata trascorsa insieme nel night, confermando l'infatuazione che l'uomo aveva nei suoi confronti a tal punto da essere persino arrivato a chiederle «di andare a vivere insieme». In questi mesi pure le indagini degli investigatori hanno confermato che l'imprenditore 51enne avrebbe speso parecchi soldi per quella ragazza che godeva, però, delle particolari attenzioni anche del suo titolare, il gestore dello Zeus, Mercurio, il quale era a conoscenza di tutto e sapeva di quel cliente così legato alla sua ballerina: una 21enne romena «già fidanzata all'epoca dei fatti», sottolinea il legale dell'indagata, che tuttavia, pur di difendere Mercurio, quella sera avrebbe percosso un'altra ragazza, che aveva visto e che forse lei temeva avrebbe parlato, un gesto per intimorirla e farla tacere.

Da inizio mese Mercurio, arrestato a metà marzo con l'accusa di omicidio preterintenzionale, si trova ai domiciliari su decisione dei giudici del Riesame che hanno accolto il ricorso presentato dai suoi legali, gli avvocati Marco Pierdonati e Alberto Dell'Orletta, perché sarebbero venuti meno le iniziali esigenze cautelari dell'inquinamento probatorio e della reiterazione del reato.

Per gli inquirenti dopo un litigio sarebbe stato lui a spingere Monti sotto l'auto in transito in quel momento che l'ha poi investito e ucciso. E l'avrebbe fatto per gelosia nei confronti della ragazza che il 51enne voleva portare fuori dal locale. Anche durante il precedente incidente probatorio, durante il quale è stata sentita un'altra testimone, tutti hanno confermato che Monti era in condizioni fisiche alterate dall'assunzione di alcol. Il locale era dotato di videocamere di sorveglianza, ma qualcuno ha cancellato le riprese che ora gli inquirenti stanno cercando di recuperare tra il materiale informatico sequestrato.

Tra gli indagati ci sono anche tre uomini, due collaboratori di Mercurio e un suo parente, che avrebbero collaborato con lui per depistare le indagini partite inizialmente per omicidio stradale. Sono stati gli ulteriori approfondimenti disposti dalla procura (titolare del fascicolo è la pm Laura Colica), tra i quali già nell'immediatezza una ricostruzione cinematica dell'accaduto e più recentemente la riesumazione del corpo di Monti, a portare gli inquirenti su una pista diversa fino a spingerli ad ipotizzare l'omicidio preterintenzionale. Le indagini sono affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Teramo, mentre l'incidente probatorio si è svolto di fronte al giudice Lorenzo Prudenzano.

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