Grimaldi: «L'Aquila, un ricovero negli ultimi tre giorni. Alcuni positivi guariti in sei settimane»

Alessandro Grimaldi
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Giovedì 23 Aprile 2020, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 20:14
L'AQUILA - «In tre giorni c'è stato un solo ricovero, il reparto è pieno ma non ci sono richieste pressanti, la situazione sembra volgere al meglio ma occorre molta prudenza».

Così il primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, Alessandro Grimaldi, nel fare il punto su una struttura ospedaliera e su una Asl, quella provinciale, di gran lunga la meno colpita in Abruzzo in questa emergenza coronavirus.

«L'ospedale aquilano ha reagito molto bene in questa emergenza, c'è stata una gestione efficiente ed ordinata, ci sono stati pochissimi casi di contagi di operatori sanitari, soprattutto un tasso di letalità nel nostro reparto pari quasi allo zero - cotntinua l'infettivologo -. Questo a dimostrazione del fatto che se le cure vengono impostate in maniera precoce, mirata e personalizzata, nella fase due abbiamo la possibilità di non far arrivare i pazienti in rianimazione, anzi l'obiettivo finale, grazie ad un efficace collaborazione con medici di famiglia e strutture territoriali, dovrebbe mirare ad una gestione a domicilio».
 
«Dai dati in nostro possesso si evidenzia che in un numero ragguardevole di pazienti la negativizzazione può avvenire anche con tempistiche lunghe, dopo 4-6 settimane dal ricovero in ospedale. Il che significa, minimo 21 giorni ma anche più di 42 giorni. Per questo motivo abbiamo spinto per strutture controllate per la quarantena».

«I cinesi ci hanno insegnato che è importante organizzare bene il post covid con quarantene in ambienti dove i pazienti ancora positivi usciti dall'ospedale vengano isolati e controllati per ridurre al minimo la diffusione del contagio sul territorio - continua l'infettivologo -. A livello di prevenzione dei contagi, comunque, è essenziale anche un sistema di tracciamento dei pazienti positivi e dei relativi contatti», conclude Grimaldi. 
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