E' morto a 92 anni lo storico aquilano Colapietra

Lo studioso era visceralmente legato alla sua città a cui in ogni caso non aveva mai risparmiato aspre critiche

Raffaele Colapietra
di Stefano Dascoli
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Giovedì 27 Aprile 2023, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 13:45

L’AQUILA - È morto, all’età di 92 anni, lo storico e studioso aquilano Raffaele Colapietra. Visceralmente legato alla sua città («Sono nato di sera, in via Cascina, nel quarto di Santa Maria» ricordava spesso), tuttavia non ha risparmiato ad essa critiche anche sferzanti, soprattutto per sottolinearne «la fase di addormentamento culturale e civile» che, a suo dire, era cominciata già prima del sisma del 2009.

Proprio in occasione del terremoto aveva scelto, coraggiosamente e tra pochissimi, di restare nella sua casa, anche se danneggiata, e aveva parlato di «città tradita» al cospetto di tutti coloro che in quelle fasi avevano deciso di abbandonarla per trasferirsi altrove.

Non avendo famiglia (è stato sposato, poi separato) L’Aquila, per Colapietra, è sempre stata «una figlioletta da difendere»: «Sono sempre stato nella posizione di chi deve aiutarla e non mi sono mai inebriato delle sue magnifiche sorti e progressive; la città deve essere innanzitutto amata e rispettata, non glorificata in forme dissennate altrimenti si perde il senso delle proporzioni e si sfiora il ridicolo» aveva detto.

Acerrimo nemico dell’aquilanitas («È la cosa più vuota che possa esistere, una espressione astratta, senza senso, di cui purtroppo si fa largo uso. Piuttosto, avrei voluto che le cose veramente aquilane venissero valorizzate, che si conoscesse meglio la storia della città»), nel 2020 era stato protagonista di “Intervista sull’Aquila”, il libro-intervista in cui la storia della città viene ripercorsa attraverso le risposte a 60 domande, un volume curato dalla storica e archivista Marta Vittorini.

LA CARRIERA

Colapietra è stato docente di storia moderna presso l’Università di Salerno, dove ha insegnato fino al 1990 quando volontariamente si è dimesso e, in quiescenza, si è ritirato a vita privata nella sua abitazione di via Pescara, tra gli amati gatti e i libri, senza aver fatto parte né prima né in seguito di alcuna società o accademia se non della Deputazione abruzzese di Storia patria in qualità di socio e poi di deputato, rispettivamente dal 1966 e dal 1973.


Nel 2004, nella ricorrenza della nascita della sua defunta madre, Enzo Fimiani ed Errico Centofanti hanno curato “Raffaele Colapietra l’uomo lo studioso il cittadino” (L’Aquila, 2004).

Ha scritto numerosi saggi di storia sociale e sulle classi dirigenti del Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, occupandosi, in particolare, della Napoli vicereale, di Masaniello, della transumanza, nonché dei partiti politici italiani fra XIX e XX secolo.

La sua opera principale, tuttavia, consiste in una corposa biografia politica di Benedetto Croce uscita, in due volumi, tra il 1969 e il 1971.

All’Abruzzo, e alla sua città natale, ha dedicato diverse monografie, oltre a numerosi articoli pubblicati in particolare sulla «Rivista Abruzzese». Grazie al documentario “Draquila” di Sabina Guzzanti, in cui compare, ha avuto risalto la sua scelta di volere continuare ad abitare nella propria casa gravemente lesionata dal sisma del 2009, per il desiderio di non abbandonare né i propri gatti né i propri libri. È stato insignito dall’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” dell’Ordine della Minerva. 
 

I funerali domani, venerdì, alle 15.30 a San Silvestro. È probabile che venga allestita una camera ardente domani mattina nella sede del Consiglio regionale. 

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