Bus, aggredito un altro autista: in fuga il passeggero violento

Bus, aggredito un altro autista: in fuga il passeggero violento
di Simonetta Bersani
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 07:20

Non si arrestano le violenze, verbali e fisiche, subite dagli autisti della Tua, la società unica di trasporto regionale. Solo una settimana fa, l’aggressione a colpi di borsone sul percorso Sant’Eufemia -Pescara quando il conducente era stato colpito al capo da una donna che lo accusava di non aver fatto scendere alla fermata un passeggero. Martedì pomeriggio ancora un episodio, stavolta sulla linea Caramanico-Pescara. L’autobus stava transitando in viale Benedetto Croce a Chieti Scalo quando un passeggero si è alzato chiedendo al conducente di fare una fermata non stabilita per far salire a bordo una sua conoscente. Il rifiuto ha provocato l’immediata reazione dell’uomo che ha cominciato a dare in escandescenza dapprima insultando l’autista per poi colpirlo con calci e pugni. L’uomo se l’è presa anche con la porta anteriore del mezzo riuscendo ad aprirla e a darsi alla fuga nei pressi della rotatoria di Madonna delle Piane.

Il trambusto ha provocato il panico a bordo. Uno dei passeggeri ha chiamato il 113 ma quando i poliziotti sono arrivati, dell’aggressore si erano ormai perse le tracce. Sul posto è intervenuto anche il 118 per verificare le condizioni del conducente che, a parte lo spavento, non ha riportato gravi lesioni.

L’episodio torna a focalizzare l’attenzione sul problema della violenza e della sicurezza a bordo dei mezzi vista l’escalation di episodi che si stanno ripetendo con preoccupante regolarità. I sindacati lanciano l’allarme e chiedono interventi. 

«Chiediamo alla società di migliorare i controlli - dice Patrizio Gobeo (Fit-Cgil) - vogliamo maggiore sicurezza sul lavoro e protezione da parte dell’azienda. Non possiamo uscire di casa e non sapere se rientriamo picchiati da qualcuno perché rispettiamo il regolamento. Una fermata extra viene sanzionata dall’azienda. Ora basta, vogliamo essere tutelati. La barriera di appena 60 centimetri che dovrebbe proteggere il conducente non basta – conclude Gobeo -. Servirebbe un pannello per separare il posto guida con una porta che possa chiudersi dall’interno. Chiediamo, infine, delle pattuglie che garantiscano dei controlli». Sull’episodio della settimana scorsa era intervenuto Alex Orlandi, segretario di Orsa, Organizzazione sindacati autonomi e di base, lanciando un appello ai prefetti, alla Regione e ai responsabili della Tua per chiedere investimenti finalizzati alla tutela dei dipendenti e degli utenti e presenza massiccia di personale per i controlli.

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