Annunzio Sciarra morì schiacciato dal camion lasciato acceso e senza freno da uno dei suoi cinque figli che quel giorno era andato con lui al lavoro. L’assicurazione del mezzo e il figlio in solido dovranno adesso risarcire sua madre e i fratelli con un milione di euro. È quanto ha stabilito la giudice Maria Laura Pasca nella causa civile avviata dalla moglie della vittima e dagli altri quattro figli, tutti assistiti dall’avvocata Antonella Galizia. Era il 21 aprile del 2016 quando Annunzio, detto Nunzio, perse la vita. Quel giorno era andato al lavoro con uno dei figli, quest’ultimo proprietario dell’autocarro Iveco e legale rappresentante della società unipersonale.
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L’indagine penale, rimasta contro ignoti, scaturita dall’incidente sul lavoro si concluse con un’archiviazione, ma fece emergere in seguito ad una perizia sul mezzo una piccola perdita con l’ulteriore certezza, però, che l’autocarro dopo essere stato parcheggiato, era rimasto a motore acceso e senza il freno a mano azionato. A guidarlo quello stesso giorno era stato il figlio titolare dell’azienda con il quale Nunzio, originario di Bellante, era andato in un’abitazione privata per fare alcuni lavori di giardinaggio a Villa Ardente, in provincia di Teramo. Secondo la ricostruzione della dinamica dell’incidente il mezzo si sarebbe “sfrenato” dopo circa trenta minuti, iniziando una discesa in via Dei Falegnani. È stato in quel tratto che ha investito l’uomo, all’epoca 64enne, per poi fermarsi contro il muro di cinta dell’abitazione.
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Tuttavia in questa vicenda anche la compagnia assicurativa del mezzo deve rispondere in solido con il figlio della vittima. «Il danneggiato per sinistro causato dalla circolazione di un veicolo o di un natante, per i quali vi è obbligo di assicurazione, ha azione diretta per il risarcimento del danno nei confronti dell’impresa di assicurazione del responsabile civile, entro i limiti delle somme per le quali è stata stipulata l’assicurazione».