Sindaci, da gennaio scattano gli stipendi più alti: Masci e Biondi al top

I primi cittadini di Pescara e L’Aquila oltre gli undicimila euro. Tutti i compensi maggiorati degli altri amministratori

La sede del Comune di Pescara. Sindaci, da gennaio scattano gli stipendi più alti: Masci e Biondi al top
di Alfredo D'Alessandro
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Martedì 26 Settembre 2023, 09:40

Busta paga decisamente più pesante da gennaio 2024 per i sindaci delle quattro città capoluogo dell’ Abruzzo e non solo. Le indennità sono state aumentate per tutti grazie alla legge Finanziaria 2022 del governo Draghi. Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dagli attuali 8.905 euro lordi euro passa a 11.040 («prima della riforma-dice- percepivo un netto di 2.900 euro»), il primo cittadino di Pescara, Carlo Masci, da 9.173 euro a 11.040, mentre a Chieti, Diego Ferrara, porterà a casa 9.660 euro a fronte di 8.011. Stessa indennità, quest’ultima, che percepirà il sindaco di Teramo, il sindaco Gianguido D’Alberto, che precisa: «Nel primo mandato ho ridotto del 20%, andando a restituire centinaia di miglia di euro. Ho lavorato per 5 anni, come primo mandato, con una indennità netta di 2.100 euro. Il Comune di Teramo non ha aumentato di un euro rispetto a quanto previsto dalla legge e ci siamo sempre adeguati».

A Montesilvano il sindaco Ottavio De Martinis passerà dagli attuali 5.147 euro a 6.210, a Giulianova passa da 2.000 euro netti a 2.600 quanto percepito da Jwan Costantini. Ad Avezzano, sindaco Giovanni Di Pangrazio, Lanciano con Filippo Paolini e Vasto a guida Francesco Menna, le indennità attuali pari a 4.284 euro, da gennaio saliranno a 4.830 euro. «Nella mia cosiddetta busta paga giungono all’incirca 2400 euro al netto - dice Di Pangrazio -. In tabella dovrei stare attorno al doppio. La cifra tabellare si dimezza per tasse e trattenute varie. Cosa ne penso? Che la mia fascia in relazione alla popolazione è la più bassa ad esempio paragonandola con quella del sindaco dell’Aquila o con quella di un Consigliere regionale. A fronte del lavoro che svolgo per la città si tratta di un minimo riconoscimento economico». Dal canto suo, Menna sottolinea: «Non so neppure di quanto sarà l’aumento per i sindaci che comunque sono impegnati in prima linea in una miriade di problemi. Avrei preferito invece che il governo reintroducesse il voto di preferenza e un numero adeguato di parlamentari al posto di questo sistema elettivo da isola dei famosi che allontana l’elettorato. Per non parlare della recente reintroduzione di vitalizi e prebende che sicuramente non giovano alla credibilità della classe politica». A Sulmona l’indennità passa da 3.017 a 4.140 euro: «Io neanche ci arrivo probabilmente - dice il sindaco Gianfranco Di Piero, alle prese in queste ore con una crisi di maggioranza che rischia di mandarlo a casa -, ritengo però che il lavoro del sindaco è carico di impegni e responsabilità. Se dovessi percepire questo salario sarei grato al legislatore, perché riconosce il peso che un primo cittadino assume con il suo mandato, al di là della passione politica e dell’impegno civico».
 

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