Viterbo: riapertura (parziale) del Teatro dell'Unione, ma la festa non ci sarà

Viterbo: Il teatro dell'Unione
di Carlo Maria Ponzi
2 Minuti di Lettura
Martedì 13 Giugno 2017, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 16:02
Sabato 4 agosto 1855: inaugurazione con l'opera "Viscardello" (alias "Rigoletto") di Giuseppe Verdi, con l'interpretazione di due star dell'epoca: il soprano Luigia Boccabadati e il baritono Felice Varesi.  Domenica 6 marzo 2011: la commedia "Girgenti, amore mio", con Gianfranco Jannuzzo e la regia di Pino Quartullo, è l'ultimo spettacolo rappresentato prima della chiusura, durata sei anni, per lavori di adeguamento e messa a norma degli impianti elettrici, tecnologici e antincendio, rifacimento del palcoscenico, restauro architettonico-decorativo.

Martedì 13 marzo 2017: riapre la struttura con l'incontro con lo scrittore americano Jeffery Deaver, nell'ambito di "Ombre Festival", per la presentazione del romanzo "Il valzer dell'impiccato". Saranno presenti, accanto al sindaco del capoluogo Leonardo Michelini,  il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il consigliere regionale Enrico Panunzi. Una riapertura parziale della struttura, considerando che una larga parte dei palchi non è ancora stata considerata agibile.
 
Quattro agosto 1855; 6 marzo 2011; 13 giugno 2017: tre date topiche del Teatro dell'Unione che viene finalmente riconsegnato alla città. Con una cerimonia – benché punteggiata da illustri presenze istituzionali e letterarie - di basso profilo. Tant'è che nei rari manifesti finora circolati non viene utilizzata la parola "inaugurazione", che sarebbe stata d'obbligo, quantomeno per dare il dovuto lustro alla circostanza e far risaltare sia l'investimento regionale, pari a un milione e 263mila euro, sia quello comunale di circa 900 milioni. Si è preferito l'anodina espressione "evento di riapertura".
 
Peccato. Dopo la sequenza infinita di annunci scandita in corso d’opera, e il notevole investimento finanziario di Regione e Comune per il terzo ultimo stralcio dei lavori, il ritorno dell'Unione al suo storico ruolo di più importante spazio culturale del capoluogo meritava qualche idea brillante, più fantasia, più fuochi d’artificio al suono della grancassa.
 
Nessuno a Palazzo dei Priori ha pensato a una festa. A un gran gala in musica, in ossequio alla pomeridiana inaugurale del 4 agosto di 162 anni fa. Magari riproponendo un florilegio di "Rigoletto" o altri capolavori del melodramma italiano che nell’Unione hanno trovato per decenni il loro luogo deputato, grazie alla sua acustica perfetta, al suo palco (tra i più grandi della Penisola), a un pubblico appassionato e competente.
 
Una serata spettacolare da affidare alle varie formazioni attive in città. Basti citare l'orchestra sinfonica "EtruriaEnsembe" diretta dal maestro Fabrizio Bastianini, accompagnata dai cori della Camerata polifonica "Zeno Scipioni", dell'Unione musicale "Adriano Ceccarini", del polifonico "Santa Maria dell'Edera" e altri. E come solista, il maggior basso-baritono italiano: il viterbese doc Alfonso Antoniozzi, che nel corso della sua trentennale carriera si è esibito alla Scala di Milano, al Covent Garden di Londra, al Berliner Staatsoper, al Metropolitan di New York e altrove.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA