Rapina al vigilantes, la polizia mette fine ai colpi di una banda criminale. Sei in manette

Rapina al vigilantes, la polizia mette fine ai colpi di una banda criminale. Sei in manette
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Domenica 27 Marzo 2022, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 13:14

Una "batteria criminale" impegnata nei furti e nelle rapine. Il gruppo di uomini finiti in manette nell’operazione “Last security“ della Squadra mobile di Viterbo, aveva un solo obiettivo: soldi facili e veloci anche con i mezzi più brutali.

Rapinarono guardia giurata alla Quercia, altri cinque arrestati

In totale sono 7 gli uomini indagati per rapina aggravata in concorso, porto in luogo pubblico di arma comune da sparo e ricettazione. Si tratta di un gruppo di viterbesi tra i 40 e 50 anni con precedenti specifici. Alcuni veterani delle carceri italiane. A mettere fine all’attività criminale della banda è stato l’ultimo colpo. La rapina del 12 luglio scorso, quando una guardia giurata, sotto la minaccia di un’arma puntata alla tempia, è stata rapinata della valigia portavalori. Bottino: 43mila euro.

Quella mattina due degli uomini finiti agli arresti, dopo aver rapinato la guardia giurata davanti a una villetta della Quercia, partirono verso Ponte di Cetti per far perdere le loro tracce e lasciare il bottino a casa di un membro del gruppo. Qui però qualcosa andò storto. Gli agenti della Mobile, guidati dal dirigente Alessandro Tundo, che erano già al lavoro per rintracciare i rapinatori furono allertati da strani movimenti nella zona.

Un agente in pensione notando dei cambi di targa su due auto  in pieno giorno si insospettì e chiamò i suoi colleghi.

Gli agenti si precipitarono davanti alla casa incriminata e, mentre ispezionavano la zona e le auto in sosta, notarono due uomini fuggire da una finestra al primo piano. I due si dileguarono nelle campagne mentre la polizia fece irruzione nell’appartamento.

All’interno trovarono molti contanti, armi e targhe. Il proprietario, un 51enne elettricista di Viterbo, non fornì spiegazioni utili e fu inizialmente indagato a piede libero per finire agli arresti pochi giorni dopo. Da quel giorno di luglio sono trascorsi otto mesi. Mesi in cui gli investigatori della Mobile, coordinati dal sostituto procuratore Stefano D’Arma, hanno continuato a lavorare per dare un volto a tutti coloro che avevano pianificato e portato a compimento il piano.

L’ordinanza eseguita ieri mattina ha portato agli arresti in carcere di altre 5 persone. Un’altra invece è stata indagata a piede libero. Dei provvedimenti restrittivi uno è stato notificato nel carcere di Perugia, dove l’indagato era già detenuto; uno è stato effettuato in provincia di Pistoia e il soggetto portato nel carcere “La Dogaia” di Prato, mentre gli altri 3 sono stati eseguiti a Viterbo. In particolare due indagati sono stati rintracciati nelle loro abitazioni e trasferiti a Mammagialla; il terzo, inizialmente irreperibile, dopo pressante attività di ricerca degli agenti, si è costituito in Questura ieri mattina. E' stato trasferito a Regina Coeli.

Nei prossimi giorni gli indagati saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia.

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