In principio furono Paesi come Malta, Spagna e Grecia. Poi, si è aggiunta la Sardegna. Adesso sul banco degli imputati per l’aumento dei contagi finisce anche l’Emilia Romagna.
Molti degli ultimi positivi scoperti dalla Asl di Viterbo hanno infatti trascorso le ferie in una delle località della riviera romagnola, sono rientrati manifestando entro una manciata di giorni il contagio e nel giro di poco hanno trasmesso l’infezione anche ad altri componenti del nucleo familiare. E non sempre gli “untori” sono adolescenti che notoriamente scelgono quella meta per la vita notturna, quando le regole contro il Covid vanno spesso a farsi benedire. A beccarsi il coronavirus sull’Adriatico sono anche famiglie che di certo la sera non partecipano alle feste abusive.
Il timore che i sanitari avevano pubblicamente sollevato all’inizio dell’estate si è quindi concretizzato: molti hanno vissuto e stanno vivendo le vacanze come un momento di sfogo in cui, dopo mesi di restrizioni, tutto è concesso come he se il virus fosse stato rimosso dalle coscienze collettive e non circolasse più. Ma la voglia di libertà che porta con sé un abbassamento della soglia di attenzione soprattutto tra i più giovani viene pagata a caro prezzo al rientro. Ci sono infatti casi di persone anziane infettate dai nipoti che hanno contratto il virus durante le ferie.
Ieri picco nei nuovi casi come non si registrava da settimane in provincia.
Con il posto letto in più occupato da ieri, sale a 8 il totale dei pazienti ricoverati per le conseguenze dell’infezione: 2 sono affidati alle cure di un ospedale di Roma, 6 si trovano a Belcolle. I restanti 363 contagiati sono invece in quarantena nelle rispettive abitazioni.
Seppur atteso dai sanitari per l’effetto boomerang delle ferie che continuerà almeno fino a settembre, è significativo l’ultimo rapporto tra il numero dei tamponi effettuati e i positivi scoperti (il risultato arriva ormai nell’arco delle 24 ore): rispetto a 255 test, 36 sono risultati contagiati. Si è arrivato, quindi, ben oltre il 10% di possibilità che in caso di screening l’esame risulti positivo. Ma ci sono anche buone notizie: sempre ieri, 24 pazienti si sono negativizzati.