Coronavirus, l'estate difficile degli imprenditori: «Licenziare ultima spiaggia, ma situazione al limite»

Daniele Bonanno e la sua attività all'Iperconad
di Luca Telli
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Sabato 18 Luglio 2020, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 15:06
«Cosa penso del futuro? Che oggi somiglia a un campo di calcio saponato dove rischi di farti male anche se tieni gli occhi bene aperti». Daniele Bonanno, 44 anni da qualche giro di clessidra, la voglia di restare comodo in tribuna non ce l’ha mai avuta. Una tabaccheria nel cuore del centro commerciale che ospita il Super Conad aperta dopo il primo accenno di barba e una sala scommesse a pochi passi dallo stadio Enrico Rocchi quando la seconda figlia sapeva leggere da un pezzo.

Due imprese che prima del Covid-19 davano lavoro a quattro persone e sostentamento a cinque famiglie «E ora – spiega Bonanno – tutto è in bilico. Licenziare? L’ultima carta dal calare sul tavolo: una sconfitta umana prima che professionale».  Ma un’ipotesi che è qualcosa di più di un mostro che porta la sua coda strisciando oltre l’anta di un armadio. Chiusura totale per le sale scommesse e ripresa da due settimane. Meglio la tabaccheria aperta ma stritolata dal lockdown e da un calo di accessi al centro commerciale quantificato in mille presenze giornaliere. Tradotto: incassi insufficienti a coprire le spese.

La cassa integrazione ha dato respiro, lo slittamento delle imposte meno: «Perché comunque tra pochi mesi andranno pagate e sarà difficile farlo», spiega Bonanno che punta il dito contro una macchina dei finanziamenti che funziona a marce ridotte. «Sono uno dei primi a essere riuscito chiedere e ottenere il prestito garantito dalla Stato – spiega –. È un aiuto ma si tratta di un debito che serve per coprire un altro debito. Dal punto di vista economico un rischio enorme». 30mila euro, nel dettaglio, ‘polverizzati’ nello spazio di un pomeriggio: «E adesso si ricomincia tutta da capo».

Con le maglie del tessuto osseo dilatate da una senilità precoce e la struttura che minaccia di cedere sotto il carico. «La soluzione non è all’orizzonte. L’unica via percorribile per dare slancio all’economia quella di garantire alle imprese un accesso al credito a fondo perduto - spiega Bonanno -. Utopia prima, ancora di più oggi dove il numero delle aziende in sofferenza raggiunge la quasi totalità».

Come fermare una piena con una diga di compensato. «La palla ancora una volta passa a noi. Testa bassa e pedalare – dice Bonanno –. Resistere passerà per forza di cose da una riconversione: puntare sui prodotti con più margine». E non basterà la volontà, anche la fortuna dovrà giocare il suo ruolo. «Sarà determinante – conclude - perché l’autunno non promette nulla di buono. Dovesse arrivare un’altra ondata, forse il 10% sarebbe in grado di reggere».
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