Celleno, finito l'incubo zona rossa. Il sindaco Bianchi: «Così siamo riusciti a resistere»

I cellenesi in fila
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Sabato 25 Aprile 2020, 08:05
«Il peggio è alle spalle. Che sospiro di sollievo». Celleno esce dall’incubo della zona rossa e il sindaco Marco Bianchi interpreta il sentimento di un paese di 1.300 anime che per due settimane è rimasto rinchiuso senza poter oltrepassare i propri confini per colpa di un piccolo, infinitesimale virus capace di colpire durissimo. Con 49 contagiati, dei quali 39 dentro la casa di riposo Villa Noemi, due settimane fa la Regione Lazio aveva firmato l’ordinanza che alzava mura invisibili ma invalicabili intorno al centro della Teverina, controllato a vista da un dispiegamento di forze dell’ordine mai visto in zona.

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Eppure, la forza dei cellenesi ha saputo superarle quelle barriere impercettibili alla vista ma pesantissime negli animi: «Sì, è vero. Ci siamo trovati d’un colpo a dover affrontare una battaglia più grande di noi», ammette il sindaco. E lo hanno fatto canalizzando l’ansia e le preoccupazioni in attività su cui gettare immediatamente le basi del futuro. «Tutto è nato all’inizio della pandemia per coinvolgere gli alunni delle scuole. Abbiamo battezzato l’iniziativa col nome “Rifioriamo”. Noi siamo la terra dei ciliegi e abbiamo pensato alla rinascita». Ogni studente aveva il compito di preparare il tassello di un puzzle a forma di ciliegio con la prospettiva di comporlo superata l’emergenza.

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Poi, con la zona rossa, il progetto ha abbracciato un intero paese. «Uno slancio incredibile è partito a livello volontario da più parti e ci ha aiutati a sentirci una comunità ancora più unita e forte per superare questa crisi», ammette il sindaco. Il tutto è stato veicolato dai social con dirette Facebook che hanno superato i 20mila contatti ciascuna: dalla macelleria Francesco&Michele specializzata in carne chianina, alla ricetta dei “ficarelli” del ristorante San Rocco, passando per il docente dell’Unitus Saverio Senni con la lezione sui ciliegi e il tour del Borgo fantasma. E ora ogni famiglia impegnata nel realizzare fiori con materiali di riciclo, che sia stoffa o legno poco importa, per poi farne una mostra o un’opera collettiva. «Abbiamo sentito la morsa, la pressione del momento. Ma la voglia di rinascere è stata più forte», conclude Bianchi.

Certo, la guerra non è ancor vinta. Continuano i test sierologici (riprenderanno lunedì): dopo i primi 88 esami di mercoledì, ieri ne sono stati effettuati altri 102, tutti negativi. Solo su 5 dal risultato incerto è stato necessario intervenire con un tampone. Arriveranno nelle prossime ore i risultati, così come si attendono quelli degli screening su ospiti e personale di Villa Noemi. Nella casa di riposo sta per fare ritorno Ermelinda, ospite di 101 che verrà dimessa da Belcolle perché le sue condizioni sono migliorate.
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