Università degli studi della Tuscia: sesta e ultima tappa del viaggio all'interno dei dipartimenti. Oggi è la volta del Dibaf (Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali), diretto da Giuseppe Scarascia Mugnozza, docente di Ecologia forestale.
Professore, quali sono i punti di forza del Dibaf?
E' una struttura di ricerca e di didattica multidisciplinare in campo agro-alimentare, ambientale, forestale, del paesaggio. Discipline diverse ed approcci complementari, dalle conoscenze di base di biologia, chimica e biotecnologia, a quelle caratterizzanti a supporto della qualità’ delle produzioni agroalimentari e della sostenibilità ambientale, forestale e del paesaggio, vengono coniugate ed integrate. Insomma, siamo un laboratorio della conoscenza e dell'innovazione che fornisce soluzioni alle sfide globali dei cambiamenti ambientali e climatici.
Da qui le tante partnership italiane e internazionali.
Sì. Coordiniamo progetti finanziati dal Miur (Filiera corta per il monitoraggio delle foreste e la tecnologia del legno che riunisce 5 atenei italiani e il Cnr) e progetti regionali (Viticoltura e enologia di precisione con l’impiego di tecnologie innovative basate su droni e sensori iper-spettrali e laser). Inoltre, coordiniamo il centro tematico sugli Ecosistemi terrestri dell’Osservatorio europeo integrato per il Carbonio; progetti europei di zoologia e acquacoltura, sull’impatto dei cambiamenti climatici sul paesaggio e i beni culturali, sugli organismi “alieni” e i patogeni degli alberi, sulla produzione e il recupero di biomasse agro-forestali, resistenti allo stress idrico in condizioni ambientali di siccità.
Perché una ragazza e un ragazzo dovrebbero scegliere uno dei corsi Dibaf?
Perché offriamo un insieme diversificato e completo di corsi di studio, nei tre livelli della formazione universitaria, lauree, lauree magistrali e dottorato di ricerca. Perché diamo risposte concrete alla domanda di nuove professioni nel settore agro-alimentare, agro-forestale, delle biotecnologie, della pianificazione e gestione del paesaggio e del restauro dei beni culturali.
Come è articolata l'offerta formativa?
Tre corsi triennali: Biotecnologie, Tecnologie alimentari ed enologiche (anche con indirizzo Eno-gastronomico in collaborazione con prestigiose imprese private del settore turistico), Progettazione e pianificazione del paesaggio e dell’ambiente (insieme ad Architettura di Roma Valle Giulia). Quindi due lauree magistrali biennali: Scienze e tecnologie alimentari e in Scienze forestali e ambientali internazionali, quest’ultimo interamente in lingua inglese, finanziato dalla Ue. La terza laurea magistrale è a ciclo unico di 5 anni, sul Restauro e conservazione dei beni culturali che prepara giovani laureati altamente specializzati nella scienza e nella tecnica del restauro dei beni artistici e paesaggistici. Infine, un dottorato di ricerca in Scienza della sostenibilità che specializza sull'approccio integrato nei processi dell'industria agro-alimentare, dell'ambiente, del paesaggio rurale e culturale, delle foreste e del legno.
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