Italia lenta sulle rinnovabili, ma cresce nel solare (+11%). Il governo punta sull'hub energetico contro i cambiamenti climatici

Secondo uno studio di Ey il Paese avanza sul green, ma meno di Germania e Spagna. L’obiettivo è spingere ancora sul fotovoltaico: il suo uso può triplicare entro il 2030

Alcuni pannelli solari e pale eoliche
di Giacomo Andreoli
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Venerdì 1 Settembre 2023, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 18:54

Cresce l’energia prodotta da fonti rinnovabili in Italia, ma a un ritmo nettamente inferiore rispetto ai grandi Paesi europei. E anche ad alcune economie emergenti, come l’India. Secondo i dati elaborati in uno studio di Ernst & Young la potenza installata di rinnovabili in Italia è cresciuta nel 2022 di circa 3,1 gigawatt, oltre il doppio rispetto alla crescita del 2021 (poco oltre i 1,4 gw), superando i 60 gw di potenza rinnovabile installata nel Paese. 

La differenza con gli altri Paesi europei

L’accelerazione è evidente, ma per raggiungere i livelli europei la strada è lunga. In Francia in un anno la potenza installata è cresciuta di 5 gigawatt, in Spagna di 9, in Germania di 11. Non solo, si sta parlando per questi Paesi di ordini di grandezza complessivi molto più grandi. Berlino può contare su una capacità totale da rinnovabili di oltre 220 gigawatt

Tornando all’Italia, tra le fonti green, il fotovoltaico crescep iù di tutte con circa 2,5 gw di nuovi impianti (+11% di installato rispetto alla base di fine 2021). Entro il 2030 si punta a triplicare l’energia prodotta: da 25 a 80 gw. Ma per ora si conferma il trend di una crescita «polverizzata», caratterizzata da tanti impianti di piccola taglia.

Al secondo posto l’eolico, in crescita con circa 600 megawatt di nuovi impianti (+5% di installato rispetto alla base di fine 2021). 

Secondo Ey, «Nonostante un evidente cambio di passo, gli obiettivi 2030, che sono pari almeno al doppio dell’attuale installato (tra i 125 e i 150 gw) richiedono ritmi ben superiori e compresi tra gli 8 e gli 11 gw annui, tra le 3 e la 4 volte il livello attuale». A rallentare la transizione ecologica è un modello ancora improntato sulla piccola scala, ma anche «procedure amministrative e autorizzative che richiedono tempistiche lunghe» e «una capacità di rete non sempre adeguata».

Non a caso i bandi andati all’asta negli ultimi mesi per l’assegnazione degli impianti rinnovabili vedono un residuo di diversi gigawatt ancora da assegnare. La forte volatilità dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica nel 2022 ha poi frenato gli accordi di lungo periodo e alzato le aspettative di prezzo di chi sviluppa impianti e offre energia verde sul mercato.

L'obiettivo Italia hub energetico

Non solo: il report di Ey segnala come le semplificazioni autorizzative che ci sono state negli ultimi anni si stanno stratificando, creando complessità e difficoltà nell’interpretazione. Inoltre alcune Regioni, tra cui in particolare la Sicilia, stanno bloccando le volture necessarie ai via libera. Per questo il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, vuole accelerare, tagliando la burocrazia con il Decreto Aree idonee, in arrivo. L’effetto sarà da valutare nel corso del 2024.

Più in generale l’obiettivo del governo, in scia con gli esecutivi Draghi e Conte II, è trasformare il Paese in hub energetico del Mediterraneo per gas e fonti green, nonché primo produttore di pannelli solari in tutta Europa. Per farlo si fa leva sui nuovi pannelli a cui lavora Enel, che oltre alla megafactory di Catania, potrebbe sviluppare un altro grande stabilimento produttivo nel Paese. Secondo Giacomo Chiavari, esperto di energia di Ey, «sulla transizione green è necessario accelerare, visti il cambiamento climatico e le calamità naturali».

Gli obiettivi ambiziosi e le leve da sfruttare

«L’Italia - aggiunge - grazie alla sua posizione strategica all’interno del Mediterraneo e alle proprie risorse naturali, energetiche e tecnologiche, sta assumendo un ruolo centrale nel percorso verso transizione energetica e la diversificazione del proprio mix. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi nazionali prefissati nell’ambito delle energie rinnovabili, il fotovoltaico rappresenta uno degli elementi chiave all’interno del mix energetico. Per raggiungere tale risultato, ci sono diversi i fattori che concorrono: in primis la regolazione, l’infrastruttura, la disponibilità finanziaria e l’evoluzione tecnologica. Quest’ultimo aspetto ha un ruolo cruciale in quanto la disponibilità di spazi di installazione, soprattutto quelli vicino alle utenze domestiche e industriali, nell’ottica della generazione decentralizzata, va sfruttata al meglio. Sarà sempre più importante, pertanto, la capacità dei pannelli di catturare maggiore energia solare, di aumentare la propria vita utile e di garantire la massima recuperabilità dei materiali, in ottica di economia circolare, al termine della propria vita.

«In generale - conclude Chiavari - per il mercato si tratta dunque d’opportunità da cogliere non solo per le nuove installazioni, ma anche per un considerevole volume di pannelli installati che a breve raggiungeranno il termine della vita utile. Basti pensare che le prime installazioni sono avvenute nei primi anni 2000 e che, di conseguenza, dovranno essere sostituite con la migliore tecnologia disponibile. Infine, oltre a rendere rinnovabile e decarbonizzata la produzione, è altresì importante porre l’attenzione sui consumi e su come massimizzare l’efficienza energetica nel medio-lungo periodo. L’equilibrio energetico a cui aspiriamo sarà raggiungibile solo attraverso un impegno condiviso e supportato da parte di tutti gli attori della filiera».

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