Simone Gamberi, l'autore viterbese al cospetto di Pino Daniele

Simone Gamberi, l'autore viterbese al cospetto di Pino Daniele
di Luca Telli
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Venerdì 7 Agosto 2020, 08:30
Racconta di eroi quotidiani Simone Gamberi, 31 anni di Montefiascone. Di visi ambrati dalla polvere dell’incertezza nascosti tra le pieghe di una realtà che crocefigge senza garanzia di resurrezione. «Perché parlare di un problema, di una società che schiaccia e passa oltre, è il primo passo per risolverlo», spiega. E la musica può fare la sua parte. Italia 2.0, estratto dall’album Trenta uscito poche settimane prima dello scoppio della pandemia, è una parentesi di cruda realtà che non si sforza di indossare il vestito migliore. Il suo gruppo Dario Martellini, Roberta Sperduti Francesca Mencaroni e Simone Precoma che la giuria del premio nazionale ‘Je sò pazz – Pino Daniele’, ha premiato con il primo posto nella sezione ‘band – inediti’.
E ora?
«Si continua a lavorare con qualche sicurezza in più e la stessa voglia»
Il classico punto di partenza «Come ogni traguardo che si raggiunge. È la linea che seguo da quando mi sono avvicinato alla musica: dalla banda del paese fino alle selezioni per Sanremo giovani. Una corsa che va avanti da più di metà vita vissuta e che continuerà il 14 agosto a Villa Mariani a Vasanello, prima tappa del tour post Covid».
Inaspettato o ci speravate.
«Ci siamo iscritti quasi per scommessa, per riprendere fiato dopo questi mesi in cui è venuto a mancare quella che è la parte migliore del nostro lavoro: il rapporto con il pubblico. Siamo partiti in 800, dopo la prima scrematura abbiamo iniziati a sperarci e appena finita l’esibizione a crederci pure se le critiche non sono mancate».
Del tipo?
«Il testo della canzone è stata la punta dell’iceberg, intorno abbiamo montato un mini spettacolo teatrale. Volevamo fare qualcosa di diverso che unisse suoni e visioni come fosse un cortometraggio girato in piano sequenza che poi è il tema dell’intero album. T.r.e.n.t.a è un viaggio dove i volti che passano lasciano il segno. Prima che storie: persone, l’autentica arte».
In che senso?
«Arte non è solo creazione pittorica, culturale o altro. È, in primo luogo, avere un’arte. Un padre di famiglia che lavora e si ingegna per garantire il necessario alla sua famiglia in mezzo alla difficoltà: quello è un artista».
E Simone Gamberi cos’è?
«Uno che ascolta, osserva, prova a raccontare e qualche volta ci riesce. La musica, per me, è una seduta psichiatrica: mi aiuta a tirare fuori una parte profonda e silente. Nasce sotto forma di racconto, poi incontra maestri come Davide Pistoni (arrangiatore di Claudio Baglioni che ha seguito il disco di Gamberi ndr), e diventa poesia in note»
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