Quella delle nuove sale operatorie è una storia infinita, iniziata nel 2006 quando i locali dell'ospedale Grande degli infermi sono dichiarati inagibili e quindi la struttura, in cui erano rimasti solo alcuni ambulatori, viene chiusa. A quel punto, i fondi già stanziati dalla Regione Lazio per la ristrutturazione del vecchio stabile sono dirottati su Belcolle allo scopo di realizzare dieci sale operatorie al piano zero, sotto gli attuali pronto soccorso e rianimazione. Costate 3.856.896 euro, lo stato finale dei lavori è stato approvato a febbraio del 2015 dall'allora commissario straordinario Luigi Macchitella. Ma da allora restano chiuse a causa di un progetto che ne colloca l'ingresso nella porzione di ospedale da completare.
Eppure, nel 2009 la Asl di Viterbo scriveva: “È stata particolarmente curata – si legge in una nota ufficiale di allora - la collocazione della struttura che sorgerà al piano zero di Belcolle, appena sopra la Pet (la Tac di ultimo modello), tra il corpo A3 del nosocomio, la Rianimazione e il Pronto soccorso”. Peccato per l’accesso disegnato dove da decenni c’è un cantiere. Il primo a denunciare l'anomalia è stato Mario Malerba della Cisl.
Ancora, il 2 novembre 2015 il collaudo è stato deliberato e inviato alla Regione. Poi, l’azienda ha chiesto l’utilizzo delle economie residue pari a 294mila euro “per la realizzazione di opere strettamente necessarie connesse all’appalto originario”, ovvero la creazione di un ingresso alternativo. Il progetto esecutivo è stato approvato nel settembre del 2016. Ben 218 le manifestazioni d’interesse pervenute in risposta al bando di febbraio del 2017. Ad aggiudicarsi l’appalto ora è stata la Thermofrigor Sud srl, con un ribasso del 33,8% per un importo di 163euro oltre oneri per la sicurezza (totale 171mila euro).
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