La partita si giocherà domani alle 18 in consiglio comunale, con l'approvazione dello studio di fattibilità tecnico-giuridica per analizzare lo stato dei fatti dei complessi edificati di natura industriale, di notevole o straordinario impatto ambientale nel territorio comunale. Un primo passo verso l'abbattimento della centrale, con la sua ciminiera alta 150 metri la quale non fuma più dal 2012, anno in cui la struttura industriale è diventata non più competitiva sul mercato dell'energia elettrica.
«Giovedì andremo ad approvare dice Caci una relazione che è stata commissionata nel novembre 2017, pronta a febbraio di quest'anno, ma che abbiamo deciso di portare in consiglio dopo le elezioni politiche, per evitare che diventasse strumentalizzabile durante la campagna elettorale». Una scelta che riguarda il futuro ambientale di questo territorio, che ha visto passare un fiume di miliardi in denaro per realizzare i due sarcofagi in cemento armato destinati ad ospitare i reattori nucleari. E poi l'abbandono del mastodontico progetto, per dare vita alla centrale termoelettrica, oggi attiva solo in caso di emergenza energetica.
Ma il decantato progetto Futur-E che Enel ha lanciato nel 2015, volto alla rivalorizzazione di quei siti non più competitivi, che fine ha fatto? «Il futuro della centrale lo vedo incerto - aggiunge il sindaco - e Futur-E oggi sembra bloccato, e poi con le turbogas collegate al sistema nazionale non è possibile sviluppare nessun progetto. Noi vogliamo sapere se Enel è disposta a scollegarle e se il Ministero darà l'autorizzazione. Intanto con la relazione che
andremo ad approvare sappiamo che il nucleare, ormai non utilizzabile, andrà smantellato. Come pure la centrale termoelettrica».
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