Medici di famiglia, 53 le zone carenti nel Viterbese. Fiore (Fimmg): "Molte resteranno scoperte"

La sede dell'Asl
di Renato Vigna
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Domenica 12 Giugno 2022, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 17:38

Sono 53 le zone carenti di medici di medicina generale nel Viterbese. “Ma andrà bene se ne verranno coperte il 10%”, rivela Michele Fiore, segretario della Fimmg provinciale, il sindacato di categoria. Nella periodica rilevazione effettuata dalle Regione Lazio (dovrebbe avvenire due all’anno, ma non sempre la cadenza viene rispettata) in base ai dati trasferiti dalle Asl, il territorio della Tuscia ne esce con le ossa rotte. In particolare, rispetto alla distribuzione geografica,17 sono gli ambulatori da coprire nel distretto A; 22 nel distretto B; 14 nel distretto C. Tra questi, nella maggioranza l’azienda sanitaria ha chiesto e ottenuto dalla Regione l’introduzione del cosiddetto “vincolo di apertura”.

Cosa significa? “Questa clausola – sottolinea Fiore – a livello regionale non si era mai vista prima. In pratica, obbliga i medici ad aprire l’ambulatorio proprio in determinati comuni, anziché a livello distrettuale come avveniva sinora”. Nel distretto A, questo vincolo è stato apposto per un posto ad Acquapendente, Arlena di Castro, Castiglione in Teverina, Civitella d’Agliano, Graffignano, Latera, Lubriano, Montalto di Castro, Monte Romano, Proceno e Tarquinia; 2 a Bagnoregio, Canino e Tuscania. Nel distretto B per Bassano in Teverina, Canepina, Celleno e Orte e in quello C per Blera, Corchiano, Faleria, Gallese, Oriolo Romano, Vejano, Vignanello e Villa San Giovanni in Tuscia.

“In passato – prosegue Fiore – faceva parte dell’accordo nazionale, ora non più.

Seppur condivisibile la scelta della Asl di coprire zone carenti nei comuni piccoli, come sindacato temiamo che in caso di ricorso ci siano i presupposti per vincerlo, mancando appunto le basi nel contratto nazionale”.

Restano numeri che fotografano una situazione che mai sinora era stata tanto critica. “Lo denunciamo da anni e – rivendica il segretario Fimmg – andrà sempre peggio”. Perché mentre diversi medici andranno in pensione nei prossimi mesi, pochi, pochissimi arriveranno per sostituirli. “Se anche le zone carenti su carta risultano 53, basterebbero una trentina di colleghi per rendere la situazione accettabile. Ma – pronostica – non arriveranno così tanti e gran parte dei comuni, principalmente quelli piccoli a nord della provincia, resteranno senza sostituti”. Il rapporto ottimale previsto dalle normative in materia stabilisce che ci sia un dottore per ogni mille abitanti. Poi, entrano in gioco i massimali, ovvero il numero massimo di assistiti per ciascuno, cioè 1.500. Per questo, Fiore ammette che basterebbero 30 nuove leve per garantire l’assistenza a tutti i viterbesi. Per ora, la Regione ha tamponato prevedendo che i pensionati (solitamente compiuti i 70 anni), possano volontariamente restare in servizio. Per la Fimmg “ennesima trovata temporanea che non risolve però il problema”.

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