Mammagialla, continuano i disordini: agente intossicato finisce in ospedale. I sindacati minacciano proteste

Mammagialla, continuano i disordini: agente intossicato finisce in ospedale. I sindacati minacciano proteste
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Giovedì 14 Settembre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 19:14

Agente di polizia penitenziaria in ospedale per intossicazione. Non c’è pace al carcere di Viterbo: dopo i disordini degli ultimi giorni, ennesima nottata senza pace. Questa volta, a dare in escandescenza è stato un detenuto del reparto Isolamento con problemi psichiatrici e che nella notte dell’11 settembre ha dato fuoco ai vestiti. Il fuoco ha sprigionato fumo acre che ha intossicato il poliziotto.

“L’incendio – denunciano Sinappe, Uilpa, Uspp, FnsCisl e FpCgil Vinciguerra – ha provocato problemi all’ordine e sicurezza, costringendo il personale in servizio ad intervenire per far uscire il 
detenuto e altri vicini dalle rispettive stanze”. Un agente è finito al pronto soccorso con problemi respiratori ed è stato sottoposto all’uso dell’ossigeno per tutta la notte: per lui una prognosi di sei giorni”.

Dopo la rivolta con feriti avvenuta sabato, un detenuto deceduto per cause naturali e un tentativo di suicidio sventato, i sindacati hanno avviato una vertenza, chiedendo urgenti misure di sostegno alla Polizia penitenziaria.

La denuncia delle sigle continua: “Per carenze di personale, secondo quanto sembra, l’agente dalla mattina sarebbe stato costretto a prolungare il servizio fino alle 20, prima di andare al pronto soccorso, rischiando di subire ulteriori danni”.

Insomma, il poliziotto rimasto intossicato ha pure dovuto attendere per ricevere le necessarie cure. “Chiediamo alla direzione del carcere di sapere il perché non si sia stato fornito un doveroso cambio così da consentire al collega di essere inviato prima al pronto soccorso”, aggiungono.

Una situazione che i rappresentanti dei lavoratori giudicano insostenibile, tanto da minacciare una mobilitazione di piazza e anche una possibile protesta fuori dalle mure penitenziarie.

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