Mais e patate, le colture che bevono di più. Nella Tuscia investimenti anche contro il rischio idrogeologico

Mais e patate, le colture che bevono di più. Nella Tuscia investimenti anche contro il rischio idrogeologico
di Federica Lupino
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Giovedì 3 Agosto 2023, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 14:48

Decine i comuni che rientrano nella competenza territoriale del Consorzio di bonifica dell’Etruria Meridionale e della Sabina tra le province di Siena, Grosseto, Viterbo, Rieti e Roma. Nella Tuscia ne fanno parte, come accennato, in 23: Proceno, Acquapendente, Onano, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo, Latera, Gradoli, Bolsena, Bagnoregio, Lubriano, Valentano, Capodimonte, Montefiascone, Celleno, Piansano, Marta, Tuscania, Viterbo, Vitorchiano, Soriano del Cimino, Vasanello, Orte, Gallese.

Come rivelato dal distretto idrografico dell'Appennino centrale, rispetto al 2022, tutti i primi sei mesi dell’anno segnato un consistente aumento delle precipitazioni. Gennaio 2023 il più generoso in termini di piogge con un incremento del 238,68% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quindi febbraio +161,09%, marzo +108,13%, aprile +79,75%, maggio +130,95% e giugno +165,87%. Certo però che, se il raffronto è fatto con la media storica, la situazione è ben diversa: i valori di pioggia cumulati nel 2023 sono inferiori in cinque mesi su sei.

La situazione nella Tuscia, per quanto riguarda le aziende consortili, è uniforme. “Non mi risultano aree agricole che stanno soffrendo più di altre, la situazione resta da attenzionare per tutte le realtà, soprattutto in prospettiva futura”, afferma il vicepresidente Buno Franci.

Se, invece, si parla di colture che maggiormente hanno bisogno di acqua, ecco che il faro viene puntato su mais e patate. Anche nel campo dei rischi idrogeologici, visto l’alternanza tra periodi di siccità e piogge sempre più spesso violente, i Consorzio sta intervenendo. “È uno degli effetti dei cambiamenti climatici che – aggiunge Franci - stiamo fronteggiando con una progettualità di sistema, da un lato per aumentare la capacità di accumulo della risorsa e dall’altro per compensare gli effetti a valle degli eventi più estremi, con interventi progettuali volti al miglioramento dell’efficienza idraulica dei corsi d’acqua e delle opere esistenti e di realizzazione di nuove infrastrutture per adeguarsi alle mutate condizione del regime pluviometrico”.

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