Latera, voragine misteriosa. Arrivano gli specialisti dell'Ispra

Latera, voragine misteriosa. Arrivano gli specialisti dell'Ispra
di Simone Lupino
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 05:35

A Latera per studiare la misteriosa voragine che si è aperta in un campo lo scorso 30 gennaio arriva un gruppo di specialisti dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Il sopralluogo è previsto per il 21 marzo. Ci saranno in questa occasione anche alcuni geologi dell'Università La Sapienza di Roma.

"Eseguiranno alcuni rilevamenti per capire le cause che hanno causato lo sprofondamento del terreno e perché si sia riempito di acqua", spiega il sindaco di Latera, Francesco di Biagi, che il giorno dell'accaduto ha emesso una ordinanza con la quale ha disposto la chiusura di un tratto di strada che da Quarcerota va al lago di Mezzano, nei presi del quale si è aperta la voragine.
"La voragine in sé non ci preoccupa più di tanto perché si trova in campi agricoli incolti. Ma è importante capire le cause affinché non si verifichino episodi simili anche in altre parti del territorio".

Il Comune si è attivato subito istituendo presso il municipio un tavolo di lavoro. Oltre all'amministrazione, che ha il coordinamento della struttura, ne fanno parte geologi dell'Ispra, l'Università degli studi della Tuscia e l'Università La Sapienza di Roma.

La gigantesca buca è recintata per evitare che le persone si avvicinino.

Al momento non c'è ancora una ipotesi precisa su quanto accaduto. Di sicuro c'è invece un fatto: tutta la Tuscia è un territorio altamente delicato dal punto di vista idrogeologico. Lo dice lo studio che viene eseguito periodicamente dall'Ispra stesso. L'ultima edizione afferma che in provincia oltre 7 mila famiglie della provincia di Viterbo vivono in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata. Sono il 5,4%: più del doppio della media nazionale (2,2 per cento) e rappresentano il secondo dato più alto nel Lazio dopo quello di Frosinone (7), davanti a Rieti (2,7), Latina (2,1) e Roma (0,6). Sono invece 542 i beni culturali a rischio poiché si trovano in zone dove sussiste il pericolo di smottamenti. Tutti insieme fanno il 21,4% dei 2.527 tesori archeologici, monumentali, architettonici della provincia.

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